Negli Stati Uniti Mitsubishi lancia una app con la quale i pendolari potranno condividere i propri dati di guida con le compagnie assicuratrici. In cambio di sconti sul carburante.
L’idea di raccogliere i dati di guida delle automobili non è nuova e gli assicuratori hanno sempre mostrato particolare interesse ad aprire un occhio su quello che succede sulle strade. Come si è osservato anche in Italia, dove la diffusione delle scatole nere è accompagnata da forti sconti sul costo delle assicurazioni. Ma nel caso di Mitsubishi, per la prima volta è una casa automobilistica a proporsi di fare da tramite tra conducenti e compagnie assicuratrici.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Mitsubishi sta offrendo ai suoi clienti dieci dollari di sconto se accettano di essere costantemente osservati nelle loro abitudini di guida. Un automobilista può iscriversi e lasciare che il proprio telefono tracci, attraverso i suoi sensori interni, dati quali velocità, curve, posizione e rotazione. Durante il percorso il guidatore guadagnerà punti, assegnati sulla base della correttezza della sua guida. E che potranno essere successivamente convertiti in crediti nei distributori di benzina e per l’acquisto di accessori per l’auto. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere possibile anche comprare il caffè nelle stazioni di servizio.
Sebbene lo scambio possa sembrare equo, rimane il problema dell’interpretazione che dei dati verrà fatta dalla compagnia assicuratrice. Le compagnie assicuratrici vogliono mettere le mani su quei dati per poter ricavare informazioni statistiche sulle abitudini di guida degli automobilisti, ma non è chiaro se le informazioni trasmesse saranno anonime o se potranno invece consentire una precisa ricostruzione delle abitudini di guida delle singole persone. Non è raro che, in condizioni di emergenza, vengano effettuate manovre che potrebbero non essere esattamente lecite. E in questo tipo di casi resta il dubbio di come verrebbero letti i dati trasmessi dal telefono.
Il vantaggio dell’iper-connessione risulta però evidente, almeno dal punto di vista economico. A fare un passo in questa direzione, soprattutto in Italia, sono le scatole nere fornite dalle compagnie assicuratrici. Dispositivi che registrano le informazioni relative all’andamento di un’automobile e che vengono usati per decidere se e quanto pagare in caso di incidenti.
Secondo i dati forniti dal presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, Salvatore Rossi, nel quinquennio 2013-2017 il premio medio è sceso di quasi un quarto, oltre 100 euro, arrivando a una media di 340 euro. Diminuzione che sembra dettata proprio dalla diffusione di scatole nere, che nel periodo tra il 2013 e il 2017 sono passate dal 10 per cento a oltre il 20 per cento del totale.