(AGI) - Roma, 8 feb. - Per effetto della crisi economica edelle difficolta' occupazionali quasi 4 italiani su dieci (37per cento) hanno chiesto aiuto economico ai genitori che anchequando non coabitano restano un solido punto di riferimento peri figli. E' quanto emerge da una indagine Coldiretti-Ixe sudati Eurostat 2013, in base ai quali si evidenzia che in Italiadue giovani su tre (65,8 per cento) vivono in famiglia: nellafascia d'eta' tra i 18 e 34 anni. Spesso considerata superata,la struttura della famiglia italiana si sta dimostrando, neifatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficolta'della crisi moltissimi cittadini. Le difficolta' economiche esociali fanno stringere i ranghi anche all'interno dellafamiglia che si rafforza, anche come supporto psicologico peraffrontare nuove ansie e preoccupazioni e si consolida il pastoin comune, per condividere e contenere e le spese, ma anche pertrovare momenti di convivialita' di fronte alle crisirelazionali, oltre alla necessita' di risparmiare. Circa 2,5milioni di famiglie italiane fanno insieme tutti e tre i pastiper tutti e sette i giorni della settimana; il 14,3% dellefamiglie italiane ha quindi nella tavola, dalla colazione alpranzo alla cena, un quotidiano momento unificante dicopresenza di tutti i suoi membri, secondo una analisiColdiretti/Censis dalla quale si evidenzia che si tratta delmomento piu importante di relazionalita' familiare. Sotto laspinta della crisi, i dati mostrano - sottolinea la Coldiretti- che la tavola e' tornata ad essere un momento ritualesignificativo per tante famiglie italiane, malgrado ladestrutturazione dei pasti, la proiezione verso l'esterno deimembri dovuta anche dagli impegni di lavoro, lo sviluppo di unarelazionalita' extrafamiliare. Si stimano in 10,6 milioni lefamiglie italiane che ogni giorno della settimana fanno almenoun pasto insieme a colazione, a pranzo o a cena; quindi, il60,8% delle famiglie, escluse ovviamente le unipersonali,riesce ad avere un momento quotidiano di copresenza intorno aldesco familiare. Le famiglie italiane, anche quando noncoabitano, tendono peraltro a vivere a distanza ravvicinatadalle rispettive abitazioni, con il 42,3 per cento degliitaliani abita infatti ad una distanza non superiore a 30minuti a piedi dalla mamma, secondo Coldiretti/Censis. Questobisogno di vicinanza, quando non c e' addirittura coabitazione,riguarda non solo i piu' giovani tra i 18 e i 29 anni (il 26,4abita a meno di 30 minuti), ma anche le persone piu' grandi coneta' compresa tra i 30 e i 45 anni (il 42,5 per cento a menodi 30 minuti), e addirittura gli adulti con eta' compresa tra i45 e i 64 anni (il 58,5 per cento abita a meno di 30 minuti).La tendenza a ricompattare i vari componenti della famiglia e'spiegata - sostiene la Coldiretti - dall'evoluzione dellefunzioni socioeconomiche, con il passaggio alla famigliasoggetto di welfare che opera come provider di servizi e tuteleper i membri che ne hanno bisogno. La crisi - prosegue laColdiretti - ha dunque attivato la rete di protezione familiarecaratteristica dell'identita' nazionale offrendo supporto nonsolo economico. L'accorpamento territoriale delle famiglie e'infatti oggi - conclude la Coldiretti - anche una risposta aicrescenti bisogni di tutela e non e' certo estraneo alla tenutasociale dei territori nella crisi. (AGI).