Siamo soffocati da una mala burocrazia che sottrae ai piccoli imprenditori sempre più tempo e risorse per compilare un numero debordante di adempimenti, di certificati e per onorare una moltitudine di scadenze disseminate lungo tutti i 12 mesi: questa criticità costa al sistema delle Pmi italiane 31 miliardi di euro ogni anno. A dirlo è l'Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha ripreso i dati dell'ultima rilevazione effettuata qualche anno fa dal Dipartimento della Funzione Pubblica - Presidenza del Consiglio dei Ministri.
"Una cifra spaventosa - dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - in parte imputabile anche al cattivo funzionamento della macchina pubblica che ormai sta diventando la principale nemica di chi fa impresa. Sempre piu' soffocate da timbri, carte e modulistica varia, questa Via Crucis quotidiana costa a ognuna di queste Pmi mediamente 7.000 euro all'anno".
Sulla stessa lunghezza d'onda il parere del segretario della Cgia, Renato Mason: "I tempi e i costi della burocrazia sono diventati una patologia che caratterizza negativamente il nostro Paese. Non è un caso che molti operatori stranieri non investano da noi proprio per l'eccessiva ridondanza del nostro sistema burocratico. Incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza giuridica e adempimenti troppo onerosi hanno generato un velo di sfiducia tra imprese e Pubblica amministrazione che non sarà facile rimuovere in tempi ragionevolmente brevi".