Sotto i contraccolpi della disputa tariffaria con gli Stati Uniti, la Cina nel 2019 rallenta ai minimi da 29 anni: l'economia cinese ha registrato una crescita del 6,1%, rimanendo all'interno dell'obiettivo fissato dal governo di una crescita tra il 6% e il 6,5%, ma al livello più basso dal 1990.
Il risultato è in linea con le attese, e in calo rispetto al 6,6% di crescita del 2018. Nel quarto trimestre del 2019, l'economia è cresciuta del 6% su base annua, allo stesso livello del terzo trimestre. Su base congiunturale, la crescita nel periodo compreso tra ottobre e dicembre scorsi è stata dell'1,5%, contro il +1,4% del trimestre precedente. Il dato giunge a poche ore dalla firma dell'accordo di Fase Uno su commercio con gli Stati Uniti, che ha determinato una tregua nella guerra commerciale: da Washington, il vice primo ministro cinese, Liu He, aveva previsto una crescita cinese superiore al 6% nel 2019.
La Cina metterà in atto maggiori misure di sostegno all'economia nel 2020, ha dichiarato il direttore dell'Ufficio Nazionale di Statistica cinese Ning Jizhe, a commento dei dati, definendo "normali" le fluttuazioni e sottolineando che il governo non è alla ricerca di un'alta crescita economica a tutti i costi. Per il 2019, gli investimenti in beni fissi sono cresciuti del 5,4%, allo stesso livello dei primi tre trimestri 2019, contro un'aspettativa del 5,2%, mentre la produzione industriale segna un aumento del 5,7% rispetto all'anno precedente, rallentando rispetto al +6,2% del 2018.
Crescita stabile per le vendite al dettaglio, aumentate dell'8% nel 2019 rispetto all'anno precedente, con un picco del 16,9% di aumento nelle vendite on line, oltre quota 10mila miliardi di yuan (1.307,4 miliardi di euro).
Nonostante le pressioni al ribasso sull'economia, emergono segnali di ripresa alla fine dell'anno scorso: a dicembre, la produzione industriale ha registrato un aumento del 6,9% rispetto all'ultimo mese del 2018, ai livelli piu' alti da nove mesi, e le vendite al dettaglio hanno segnato un aumento dell'8% su base annua, contro un'attesa del +7,8%.
Il 2019 è stato caratterizzato anche dal primo calo dal 2009 della produzione di alluminio, scesa dello 0,9% rispetto ai volumi del 2018, a quota 35,04 milioni di tonnellate, e dal crollo della produzione di carne suina: l'epidemia di peste suina africana che ha decimato allevamenti in tutta la Cina ha portato a un calo della produzione del 21,3% rispetto al 2018, a quota 42,55 milioni di tonnellate, e ha contribuito a una fiammata dell'inflazione negli ultimi mesi del 2019. Balzo, invece, per la produzione di acciaio: nel 2019, la Cina ha segnato una crescita dell'8,3% sul 2018, a 996,34 milioni di tonnellate, e nel solo mese di dicembre l'aumento su base annua è stato del 12%.
Per il 2020, il primo ministro cinese, Li Keqiang, prevede una crescita in un range ragionevole, anche se si ritiene probabile un abbassamento del target, attorno al 6%, in linea con le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale che fissa la crescita cinese per il 2020 al 5,8%.