Al momento l'accordo che hanno trovato M5s e Lega sulle chiusure domenicali dei negozi è quello di indicare la strada alle regioni che dovranno decidere poi come muoversi. La maggioranza ha fissato un tetto massimo: le saracinesche dovranno essere alzate non più di 26 domeniche all'anno e di 4 giorni festivi. Ma proprio perché la legge prevede che ogni decisione venga presa di concerto con le amministrazioni locali è partito un pressing, riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, da parte dei primi cittadini per modificarne l'impianto. Prevedendo una deroga per i comuni metropolitani (al momento nel testo vengono 'salvaguardati' solo i centri storici).
Si tratta di 14 città (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia) alle quali potrebbe essere concesso di aumentare il numero delle aperture domenicali o se decidere autonomamente come intervenire sulle chiusure.
Nelle scorse settimane è stato il sindaco di Milano Sala a mettersi di traverso ma una richiesta di derogare le Città metropolitane al piano delle chiusure domenicali dei negozi è arrivata, secondo quanto si apprende, anche dall'amministrazione capitolina.
Si tratterebbe di città a vocazione turistica e di una decisione da prendere comunque in Commissione. La Lega sarebbe disponibile a rivedere le regole per quanto riguarda le chiusure domenicali dei negozi delle grandi città mentre il Movimento 5 stelle è propenso a mantenere i principi del testo anche se non esclude delle modifiche.
I nodi dell'e-commerce e dei contratti
Il lavoro sul testo unificato depositato comincerà giovedì nella Commissione Attività produttive di Montecitorio. Tra i punti da affrontare anche il capitolo E-commerce. Si sta lavorando a regole che possano essere rispettate anche dalle grandi catene di distribuzione sul web. Per ora l'unica decisione presa è stata quella di vietare le consegne on line nei giorni festivi.
Poi c'è il nodo dei contratti. I giallo-verdi puntano ad un'indagine conoscitiva per chiarire la natura dei contratti che obbligano i lavoratori (in particolar modo commessi e commesse), soprattutto all'interno dei centri commerciali, a svolgere la propria mansione anche la domenica. Nel testo poi è previsto che le catene di distribuzione che servono le partite Iva possano lavorare anche di domenica (per esempio quelle legate al mondo della ristorazione) e che possano restare comunque aperti alcuni esercizi commerciali, come i mobilifici.