Sono in ripresa nel 2019 gli acquisti di case da parte di lavoratori immigrati, con un aumento stimato del 13% pari a 58 mila scambi a chiusura d'anno e un fatturato di 5 miliardi di euro. Il mercato potenziale può valere, in dieci anni, un milione di abitazioni. Lo rileva il rapporto di Scenari Immobiliari su 'Immigrati e casa'. Attualmente, informa una nota, un immigrato su cinque vive in una casa di proprietà, mentre il 63,5% è in affitto, il 7,7% abita presso il luogo di lavoro e il 7,3% presso parenti o altri connazionali.
Le dieci province dove si concentra il maggior numero di acquisti da parte di immigrati sono Milano, Roma, Bari, Torino, Prato, Brescia, Cremona, Vicenza, Ragusa, Modena e Treviso. Commentando i dati emersi dall'indagine, Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari ha dichiarato: "Il mercato immobiliare che interessa gli immigrati è un segmento considerevole nell'ambito del mercato complessivo italiano. D'altra parte, in assenza di una politica di welfare adeguato, il mercato privato risulta posizionarsi come l'unica soluzione al momento possibile per affrontare il fabbisogno abitativo di tale fascia di popolazione. Inoltre - ha precisato Breglia - l'osservazione dei dinamismi propri delle persone immigrate rispetto al tema della casa risulta tanto più interessante e strategico quanto la decisione di acquistare l'abitazione si colloca in un'ottica di scelta di integrazione sociale".
Dal 2006 al 2018, si legge ancora nel rapporto, gli scambi di abitazione che hanno avuto come controparte un lavoratore straniero immigrato sono stati 860 mila, con un volume d'affari di poco inferiore a cento miliardi di euro. La forbice corrente dei prezzi delle unità abitative va da 70 mila a 130 mila euro. L'incidenza percentuale delle compravendite perfezionate da immigrati sul totale compravendite nel 2019 è circa il nove per cento.
Nel 2007 si è raggiunto il picco degli scambi che coinvolgevano immigrati. Le compravendite residenziali a livello nazionale furono circa 780 mila e di queste 135 mila (il 17,6%) aveva avuto come attore un lavoratore straniero. Da quel momento il numero degli acquisti degli immigrati ha continuato a calare fino al 2014. Dal 2015 si registra un aumento costante delle compravendite da parte degli immigrati. La ripresa - afferma la nota - è dovuta ad una maggiore facilità di accesso al credito e a prezzi delle case più bassi, che rendono più facile comprare soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie.
La maggior parte degli acquirenti immigrati abita in Italia già da diversi anni e la scelta di uscire dalla locazione è sempre per causa di forze oggettive, il calo dei prezzi, e soggettive, come la volontà di stanziarsi e integrarsi. A conferma di quest'ultima esigenza, è da notare come nei capoluoghi gli immigrati escano dalle zone ad alta densità di stranieri per comprare in quartieri abitati da italiani. Non appena si sceglie di confermare con un acquisto di casa la volontà di rimanere in Italia, la tendenza è di spostarsi verso zone più eterogenee. Questo favorisce l'integrazione degli stranieri e aiuta a prevenire i forti attriti sociali che si verificano in altre zone d'Europa.