Carige fa un altro passo avanti verso un ritorno alla normalità. Il gruppo genovese, il cui cda è stato commissariato dalla Bce a inizio anno, ha infatti chiuso l'aumento di capitale da 700 milioni deliberato dall'assemblea dello scorso 20 settembre grazie al supporto del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) e riconvocherà i soci il 31 gennaio per nominare il nuovo cda dell'istituto.
Sul fronte dell'operazione di rafforzamento patrimoniale la prima tranche, pari a 313,2 milioni di euro, è stata sottoscritta dallo Schema Volontario di Intervento del Fitd (Svi), che lo scorso novembre aveva sottoscritto un bond subordinato per lo stesso ammontare. Sessantatre milioni sono stati sottoscritti da Cassa Centrale Banca (Ccb), il partner industriale individuato per il rilancio; la terza tranche, riservata agli azionisti storici, era pari a 85 milioni ed è stata sottoscritta per 22,8 milioni dai vecchi soci e per 62 1 milioni dallo stesso Fitd, che ha coperto anche la quarta tranche da 238,8 milioni di euro.
Verso il ritorno in Borsa
Grazie ai 22,8 milioni che parte degli azionisti storici ha investito nell'aumento Carige potrà tornare a Piazza Affari, dove è sospesa; la cifra risulta infatti pari a superare il 10% di flottante necessario perché il titolo fosse riammesso. Sempre sul fronte patrimoniale, la banca ligure ha emesso anche i 200 milioni di bond subordinati previsti dal piano di rafforzamento, sottoscritti da diversi investitori.
In vista dell'assemblea del 31 gennaio il Fitd, che dopo l'aumento è il socio di riferimento della banca, ha approvato oggi la lista per il nuovo cda, di cui indicherà otto membri su nove. Ai vertici di Carige, al termine del commissariamento, siederanno l'ex vicepresidente di Unicredit, Vincenzo Calandra Buonaura, indicato per la presidenza; il ruolo di ad, invece, spetterà a un ex manager di Intesa Sanpaolo, Francesco Guido, che ha diretto per la banca la Cassa di risparmio di Venezia e le attività nel Mezzogiorno. Tra gli altri consiglieri ci saranno Lucia Calvosa, Francesco Michelin e Niro Fiordi, a lungo alla guida del Credito Valtellinese.
Contestualmente all'aumento di capitale la banca, che prevede di chiudere l'anno con circa 780 milioni di perdita, ha completato anche la pulizia di bilancio, cedendo 2,8 miliardi di crediti deteriorati, composti prevalentemente da inadempienze probabili, ad Amco. La ex Sga, società in mano al ministero dell'Economia, ha a sua volta chiuso recentemente un rafforzamento patrimoniale e con l'operazione avrà circa 24 miliardi di asset in gestione.