Si è dimesso l'amministratore delegato di Boeing, Dennis Muilenburg. Al suo posto la società ha nominato Ceo, il presidente David Calhoun. La leadership di Muilenburg aveva subito un duro colpo per la gestione da parte della compagnia della messa a terra del jet 737 Max, che ha fatto seguito ai due disastri aerei che hanno causato un totale di 346 vittime.
Muilenburg e la compagnia hanno a lungo sostenuto che il 737 Max era un aereo sicuro, nonostante gli investigatori collegassero gli incidenti con gravi problemi al software del jet. Il primo incidente del 737 Max è stato quello di un volo Lion Air in Indonesia nell'ottobre 2018, seguito nel marzo 2019 da quello di aereo della Ethiopian Airlines nei pressi di Addis Abeba.
Muilenburg aveva sempre minimizzato i due disastri, trattandoli come semplici incidenti, sminuendo ripetutamente gli errori tecnici e di progettazione della sua azienda, sottovalutando i contraccolpi con le autorità di regolamentazione, i clienti e cioè le compagnie aeree, e i passeggeri. Nella primavera del 2019 le autorità di controllo internazionali hanno costretto la Boeing a tenere a terra gli arerei, in attesa che si trovassero le cause dei due incidenti.
La crisi del 737 Max
Muilenburg, ingegnere di 55 anni, non ha capito fino in fondo la gravità della crisi e della sfida a cui Boeing è andata incontro. E ha fatto troppo affidamento sui dati e sui pareri dei suoi consulenti legali per prendere decisioni, mentre cercava di capire, spesso sbagliando, cosa non andava nel funzionamento del 737 Max, preoccupandosi principalmente di far volare di nuovo l'aereo Boeing.
La sua posizione, molto criticata all'esterno, era cambiata dopo dopo che Boeing ha dichiarato a metà dicembre che avrebbe sospeso la produzione del Max nel gennaio del 2020 a causa dell'incertezza sul futuro del velivolo. A quel punto, seppure molto in ritardo, l'azienda si è scusata con le famiglie delle vittime in diverse occasioni e ha ammesso che Boeing ha commesso alcuni errori.
La Boeing stima che la crisi del Max le costerà circa 10 miliardi di dollari, una cifra che gli analisti prevedono che alla fine potrebbe salire almeno del doppio. I regolatori hanno recentemente avvertito la società con sede a Chicago che stava ponendo aspettative non realistiche su quando il jet avrebbe potuto volare di nuovo.
Muilberg, che per la crisi del 737 Max era già stato privato della doppia carica, perdendo quella di presidente, è stato preso di mira e il nuovo presidente David Calhoun, la settimana scorsa, ha dovuto difenderlo, facendo sapere pubblicamente che il Ceo poteva contare sul suo appoggio. Ora lo stesso Calhoun prenderà il suo posto.
I problemi della capsula Starliner
A peggiorare le cose, il 21 dicembre scorso, Boeing ha fallito l'atteso test di volo di una capsula spaziale che ha mandato in orbita per conto della Nasa. La capsula Starliner non ha raggiunto la giusta orbita per attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale e questo nuovo incidente ha sollevato nuove domande sulla capacità del management Boeing di realizzare grandi imprese.
La carriera di Muilenburg all'interno di Boeing
Prima della messa a terra del 737 Max, le azioni Boeing erano più che triplicate durante il suo mandato, poiché la società aumentava la produzione di jet e restituiva agli azionisti una quota maggiore di profitti attraverso riacquisti di azioni e dividendi più elevati. Boeing aveva spogliato Muilenburg del suo ruolo di presidente in ottobre, affidando la responsabilità a Calhoun, un dirigente di private equity e direttore di lunga data.
Boeing aveva pianificato di costruire oltre 900 aerei quest'anno, inclusi quasi 600 737 Max. Muilenburg è entrato in Boeing come stagista di ingegneria nel 1985 prima di laurearsi come ingegnere aerospaziale alla Iowa State University un anno dopo. Ha fatto carriera nella società per occuparsi delle attività di difesa della Boeing nel 2009.
L'unità ha dovuto affrontare diverse sfide, tra cui un contratto dell'esercito Usa che poi è stato annullato dopo essere costato oltre 20 miliardi di dollari. Gran parte della colpa per questo passo falso è ricaduta sul Pentagono. Dopo essere subentrato a Jim McNerney come Ceo nel luglio 2015, Muilenburg si è concentrato su alcuni punti deboli delle tentacolari operazioni della società.