Pechino sta già pensando a un quadro normativo per il trading delle valute digitali. Proprio ieri, un alto funzionario dell'ente di supervisione della finanza su internet, la National Internet Finance Association of China, Li Lihui, in passato presidente del colosso bancario Bank of China, ha chiesto durante un forum a Shanghai alle autorità di regolamentazione finanziaria della Cina di creare un cornice di regolamentazione per le valute digitali "legali" e ha definito "un'azione necessaria" lo stop alle Ico deciso a inizio settembre da Pechino. Li ha poi chiesto la collaborazione delle autorità di regolamentazione finanziaria di tutto il mondo per la supervisione a livello globale delle valute virtuali. "Valute digitali come Bitcoin ed Ethereum, che sono senza patria, non hanno l'appoggio di uno Stato sovrano o un ente di emissione qualificato, non sono valute legali e non bisognerebbe considerarle valute digitali". Il rischio , ha sottolineato, è che possano diventare "strumenti per flussi di denaro o di investimenti illegali".
Leggi anche: Cosa muove davvero Bitcoin e perché è impossibile fermarlo
Molti utilizzatori di criprovalute sono passati a Telegram
Colpita dal giro di vite sul piano normativo è anche WeChat, la app di messaggistica istantanea cinese che conta 963 milioni di utenti. WeChat è sotto lo scrutinio delle autorità di regolamentazione di Internet dopo che il 7 settembre scorso erano state varate nuove regole sui gruppi di discussione on line, in base alle quali chi darà il via ai forum sarà ritenuto responsabile per il comportamento dei singoli membri del gruppo. Tra i primi a lasciare WeChat ci sarebbero proprio gli utenti delle piattaforme di scambio della criptovaluta, secondo l'agenzia Bloomberg, passati ad altre app di messaggistica che utilizzano sistemi di crittografia per proteggere i contenuti. In particolare, molti sarebbero passati a Telegram, accessibile in Cina tramite l'utilizzo di un vpn (virtual private network) che ha visto di recente nascere nuovi gruppi dedicati al Bitcoin e alle criptovalute, molti dei quali frequentati da utenti che scrivono in cinese.
Leggi anche: Cos'è Bitcoin, come funziona e perché è la moneta degli hacker
Un duro colpo per la piattaforma di messaggistica più utilizzata
La stretta sul Bitcoin e sulle valute digitali in Cina colpisce anche la più popolare piattaforma di messaggistica istantanea, WeChat, anch'essa alle prese con le ultime rigide regolamentazioni di Pechino. L'ultimo colpo alla valuta virtuale è arrivato da Btc China, la più grande delle piattaforme di scambio, che ha annunciato la decisione di terminare le operazioni di trading a partire dal 30 settembre. La stretta era cominciata nelle scorse settimane, quando le autorità finanziarie di Pechino, tra cui la banca centrale, avevano deciso di vietare le Ico (Initial Coin Offerings) uno dei metodi di raccolta fondi più utilizzato dalle startup, ma non regolamentato, sulle preoccupazioni di rischi finanziari. Il valore della criptovaluta è sceso sotto i 3.200 dollari, dopo che nella giornata di ieri era sceso sotto i quattromila. Dal primo settembre scorso, quando era al picco con un valore di 5.103,91 dollari secondo l'indice CoinDesk, il Bitcoin ha perso circa il 30% del suo valore.
Leggi anche: La Cina vuole chiudere anche i cambiavalute di Bitcoin, che crolla