"La mia opinione è che i future faranno salire ancora il prezzo dei Bitcoin, non so fino a quanto, siamo arrivati a sfiorare i 19.000 dollari, si può arrivare a 50.000, non saprei di preciso. Tuttavia dopo questi rialzi, sono convinto che crolleranno, o li faranno crollare. Le banche, coi future, potrebbero prendere in prestito Bitcoin e poi scommettere sul loro crollo. Lo hanno già fatto coi derivati, figuriamoci se non potrebbero farlo coi Bitcoin".
Così Antonio Simeone, trentenne co-fondatore e ceo di Euklid, una piattaforma fintech che si occupa di gestione del risparmio attraverso i canali del Bitcoin e del blockchain, commenta all'AGI l'esordio delle contrattazioni sul future del Bitcoin, che lunedì debutta al Cme, il Chicago mercantile exchange, dopo l'esordio, al Chicago board of trade. Euklid è una piattaforma con un sistema di intelligenza artificiale che permette di raccogliere e reinvestire automaticamente in criptovalute il proprio denaro.
In questo momento lei vede il Bitcoin come una riserva di valore, o come un asset finanziario?
"Tanti dicono: è la moneta del futuro, ma al presente è un asset finanziario, altamente speculativo e rischioso. Magari col tempo le nuove tecnologie lo renderanno più veloce, più sicuro. Ma al momento è questo".
Secondo lei la trasformazione del Bitcoin da valuta digitale scambiata online da un numero ristretto di persone a un asset finanziario che viene fatto girare in Borsa da grandi società finanziarie, aumenta il rischio di creare una bolla speculativa e dunque di un crack finanziario?
"Sì assolutamente. Qui non parliamo di un prodotto fisico, ma parliamo di scommettere sull'andamento del Bitcoin, che già di fatto non è qualcosa di fisico. Mi spiego: vedo due ordini di problemi. Uno è un problema di exchange, cioè di mercati dove si scambiano i Bitcoin. Intanto va detto che le piattaforme su cui si scambiano i Bitcoin spesso fanno delle manipolazioni, non sono efficienti e non sono regolamentate, non hanno garanzie. Non appena emergono dei problemi queste piattaforme si bloccano, smettono di funzionare".
E il secondo problema?
"È la possibilità di coprire queste inefficienze con dei future. Praticamente il future, che è un contratto a termine standardizzato che può essere negoziato in una borsa valori, permette di andare senza problemi in short, cioè di scommettere al ribasso sui Bitcoin. Se le banche volessero, tutte insieme, far crollare il Bitcoin, potrebbero farlo attraverso lo strumento dei future. In pratica, il future rafforza questo rischio. Già oggi i Bitcoin sono diventati degli asset finanziari sui quali si fanno speculazioni e che sono poco liquidi. Le banche quindi, grazie ai future, potrebbero prendere in prestito Bitcoin e poi scommettere sul loro crollo, andando in short. Lo hanno già fatto coi derivati, figuriamoci se non potrebbero farlo coi Bitcoin".
Vede un pericolo imminente?
"Basta andare in metropolitana a Londra, o a New York e guardarsi intorno. è pieno di pubblicità di piattaforme che ti permettono di scommettere sull'andamento del prezzo del Bitcoin e delle criptovalute. Le pubblicità sfruttano questa mania".
Anche voi investite in criptovalute. Anche voi sfruttate questa mania?
"Un conto sono i puristi dei Bitcoin, che fin dall'inizio hanno acquistato Bitcoin e se li sono tenuti, non li hanno mai visti in dollari. Chi invece acquista adesso Bitcoin, non lo fa per tenerseli, lo fa in termini speculativi, pensa: ci divento ricco, già domani guadagnerò il 10% sul loro valore. è per questo che penso che il Bitcoin diventerà sempre più un asset finanziario e sempre meno una valuta".
È questo il solo motivo per cui si investe in Bitcoin?
"La finanza tradizionale è abbastanza noiosa. La redditività delle azioni è molto bassa, ci guadagni poco, ci perdi poco. Immaginiamo un ragazzo, che vuole guadagnare subito. Chi specula in Bitcoin punta su questo, lo rende partecipe di questa emotività che circonda la moneta digitale con la pubblicità, lo inserisce in questa follia, questa schizofrenia, che in un giorno ti permette di guadagnare il 30-40%, poi magari il giorno dopo perdi il 20%. La chiamano volatilità, ma c'è anche il fattore emotivo. Molti ci vedono la possibilità di fare guadagni veloci, eccitanti".
Dunque la pubblicità è un modo per cavalcare questa follia?
"Sì, è un modo di intercettare queste emozioni, con un target che è quello dei millennial, dei giovani".
Tuttavia chi compra Bitcoin, poi ha difficoltà a spenderli, chi te li prende?
"E invece no. Io ce li ho i Bitcoin e li posso spendere in tanti modi, molte società li accettano ma soprattutto ci sono società che ti danno un conto in Bitcoin, ti danno una carta di credito in Bitcoin".
Ma che direzione pensa possano prendere le criptovalute in un futuro prossimo?
"La cosa più importante da dire è che i rischi sono molto elevati. A me piace la filosofia che sta dietro al Bitcoin, ma il fatto che i mercati su cui vengono scambiati non siano per niente garantiti, fa sì che il rischio per chi opera coi Bitcoin sia abbastanza alto, specie se di mezzo ci si mettono i future. Ormai la filosofia iniziale è cambiata. Quelle sui Bitcoin sono diventate essenzialmente operazioni finanziarie, che tra l'altro avvengono in un mercato molto volatile, che nel giro di 5 minuti può valere il 30% in più, o il 20% in meno. È un pò come è avvenuto con i junk, i titoli spazzatura. In tanti se lo dimenticano, dietro tutto ciò c'è il guadagno, specie quello dei minatori che sono quelli che creano i Bitcoin, i quali si prendono un sacco di soldi di 'fee', di parcelle, proprio come avveniva coi titoli junk. La mia opinione è che i future faranno salire ancora il prezzo dei Bitcoin, non so quanto, possono arrivare a 50.000 dollari, non saprei di preciso. Tuttavia dopo questi rialzi, sono convinto che crolleranno, o li faranno crollare. Metti che si arrivi a 50.000 dollari, a quel punto la tentazione di vendere diventerà grande, difficile resistere".
Tuttavia i Bitcoin hanno un tetto, non se ne possono creare all'infinito, è previsto un numero chiuso...
"Sì, possono arrivare fino a 21 milioni, non di più, al momento è così, l'offerta è contingentata a 21 milioni di Bitcoin, per questo più li comprano e più valgono: l'offerta è fissa e, all'aumentare della domanda aumenta il prezzo. Tuttavia basta cambiare il protocollo...".
Questo significa che le regole possono essere cambiate?
"In teoria sì, il Bitcoin è un fork. Per intenderci il fork è la scissione/duplicazione del codice sorgente dei Bitcoin. Lo scorso ottobre hanno lanciato il Bitcoin Gold, la cui emissione è stata fallimentare".
Dunque con il fork si può cambiare il tetto di offerta dei Bitcoin?
"In teoria potrebbe anche restare così per sempre, ma potrebbe anche cambiare".
Come valuta la tecnologia dei blockchain che sta dietro ai Bitcoin?
"La tecnologia dei blockchain è il Bitcoin, ma può essere creata anche dalle banche. Quello che va evidenziato è che il blockchain del Bitcoin è decentralizzato. Nessuno ha il potere su tutta la catena, nessuno ha il 51%. Nel caso di una banca invece è diverso, la blockchain diventa molto più manipolabile e centralizzata".