Dopo il report di Quintessential Capital Menagement e il crollo in borsa di mercoledì 25 luglio, Bio-On, società bolognese che produce bioplastica, ha tentato questa settimana un rimbalzo, tornando a un prezzo per azione di circa 30 euro, per poi scivolare nuovamente a 19 euro alla fine delle contrattazioni di questa settimana. Sette giorni di comunicati, denunce, indagini della magistratura e botta e risposta continui tra il fondo americano, guidato da Gabriel Grego, e l’ex startup da un miliardo di euro fondata da Marco Astorri. Grego all'AGI affida un commento sul recupero del titolo: "Succede frequentemente e quasi sempre dopo il terzo giorno dopo la comunicazione ai mercati. Noi sosteniamo pienamente la sostanza delle affermazioni apparse nel report".
La vicenda Bio-On Quintessential
Il 23 luglio scorso il fondo americano aveva accusato l’azienda di aver creato negli anni un sistema di controllate con altre società alle quali veniva venduto know how, e che solo da questo sistema di joint venture sarebbe riuscita a creare circa il 90% dei propri ricavi. Non dalla vendita di bioplastiche quindi, il core business aziendale, prospettiva che aveva portato la società ad arrivare a circa un miliardo di capitalizzazione in Borsa. Per Quintessential tutto il ‘sistema’ Bio-On sarebbe “un castello di carte” (eloquente il titolo del report: “Bio-On: Una Parmalat a Bologna?”). E in un primo momento l’accusa ha fatto breccia sugli investitori: il giorno dopo la pubblicazione del report Bio-On ha bruciato circa 760 milioni del miliardo di capitalizzazione. Alle accuse di Quintessential Bio-On ha replicato punto per punto. Ogni replica è poi diventata oggetto di nuove controrepliche da parte del fondo, che ha in sostanza sempre confermato le accuse rivolte.
La denuncia ai Carabinieri. Le indagini della procura
Il 25 luglio Bio-On, che ha sede a Castel San Pietro Terme, ha presentato una denuncia ai carabinieri di Bologna contro il fondo americano. E sarà la procura di Bologna a far luce sulla vicenda. La Procura del capoluogo emiliano ha aperto un'inchiesta contro ignoti in cui si ipotizza il reato di manipolazione del mercato previsto dall'articolo 185 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. E nell’inchiesta sembrerebbe destinata a confluire anche la denuncia presentata dalla società bolognese.
Il rimbalzo in borsa di Bio-On
Il 26 luglio Bio-On ha tentato il primo rimbalzo con una massiccia acquisizione di azioni da parte dei due ammistratori: Marco Astorri e Guy Cicognani. 7.000 azioni al prezzo di chiusura dopo il crollo, circa 15 euro, per un controvalore complessivo di 211.000 euro. “Anche di fronte agli effetti del feroce attacco di cui siamo oggetto, Bio-On resta un’azienda di grande valore, in cui crediamo e continuiamo a a investire”, avevano commentato i manager.
Le nuove accuse di Quintessential
Ma lo stesso giorno Quintessential è tornata all’attacco, puntando il faro su Virdhi, startup con cui Bio-On aveva annunciato una partnership, ma, sosteneva il fondo, costituita poco prima dell’accordo stesso da Astorri e Cicognani, “appositamente per ingannare gli investitori e fabbricare un finto accordo”. Il fondo in quell’occasione ha anche chiesto la dimissione dei due manager. Astorri e Cicognani invece in una nota hanno ammesso che la società era stata creata da loro, ma che era “finalizzata a poter operare alcune aree di ricerca della tecnologia direttamente attraverso una società con sede negli Usa, coerentemente con il forte interesse commerciale registrato dall'azienda su quel territorio”.
Intanto il titolo ha continuato a recuperare terreno all’AIM. Un rimbalzo che Grego all’AGI dice di essere del tutto normale: “Succede frequentemente e quasi sempre dopo il terzo giorno dopo la comunicazione ai mercati. La Bio-on, fino ad ora, si è comportata in modo del tutto prevedibile, negando le accuse, minacciando cause e annunciando buy back. Qualcuno crede a queste difese (spesso senza aver letto i nostri documenti) e quindi compra il titolo”. AGI ha provato a contattare anche i manager di Bio-On, che al momento preferiscono non rilasciare interviste.
Gli effetti dei report di Quintessential
Finora i report pubblicati da Quintessential hanno messo in ginocchio tutte le società colpite, spiega il fondo. Si tratta di sei società, con capitalizzazione di mercato dai 100 milioni ai due miliardi, di cui due hanno perso del tutto il proprio valore. Tra questi Folli Follie, società greca che operava nella distribuzione del fashion.
Grego ricorda che l’andamento del titolo ha avuto un comportamento assai simile nel 2018: il titolo, spiega, “era sceso pesantemente durante i primi due giorni, per poi riprendere temporaneamente nei giorni successivi, quando il CEO aveva annunciato un (piccolo ma maggiore di quello de minimi di Astorri) buyback e chiesto alla Fosun (partner cinese) di esprimere sostegno. Ma le autorità hanno continuato a indagare e i giochi sono finiti qualche settimana dopo”.
Difficile al momento dire se sarà la stessa cosa per Bio-On. La società ha pubblicato le immagini della fabbrica in azione, e questo sembra aver avuto un certo effetto sugli investitori, sebbene Grego sia convinto che questo abbia “distolto l’attenzione dalle parti chiave della nostra analisi”, ovvero la questione delle società controllate e quella del fatturato legato alla vendita di know how a queste, piuttosto che alla vendita di bioplastiche.
La scorsa settimana si è chiusa con un altro tonfo di Bio-On. Al Buy back dei due amministratori, con il titolo che ha guadagnato 15 euro dai 15 dei minimi della settimana precedente, sono seguite un’altra serie di vendite che hanno riportato la quota per azione a 19 euro. La prossima settimana ha assunto già i contorni di quella decisiva.