L'economia rallenta e gli investitori esteri riducono il portafoglio di titoli italiani: è quanto emerge dal Bollettino economico della Banca d'Italia, secondo il quale nel terzo trimestre dell'anno il Pil è cresciuto di appena lo 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti dello 0,1%. Per via Nazionale, "l’attività avrebbe segnato un incremento nei servizi, mentre sarebbe rimasta stazionaria nell’industria in senso stretto. Il valore aggiunto delle costruzioni avrebbe proseguito a espandersi a un ritmo moderato". Ma il dato più preoccupante è un altro: secondo Bankitalia, nei primi otto mesi del 2018 "gli investitori non residenti hanno ridotto le loro consistenze di titoli di portafoglio italiani di 42,8 miliardi: i disinvestimenti hanno riguardato soprattutto i titoli pubblici (24,9 miliardi) e le obbligazioni bancarie (12,4 miliardi)".
Gli acquisti di titoli pubblici italiani effettuati da non residenti nel periodo tra gennaio e aprile (41,7 miliardi) sono stati più che compensati dalle vendite registrate in maggio e in giugno (57,9 miliardi nei due mesi), in concomitanza con le tensioni sui mercati finanziari del nostro paese" si legge nel Bollettino. "A luglio e agosto gli investitori esteri hanno venduto titoli del debito sovrano complessivamente per 8,7 miliardi". Limitatamente al solo agosto, gli investitori esteri hanno venduto titoli di portafoglio italiani - tra titoli di Stato e obbligazioni bancarie - per 17,8 miliardi (di cui 17,4 mld di titoli pubblici). Tra maggio e giugno, in occasione dell'insediamento del nuovo governo giallo-verde, il sell off di titoli di Stato italiano era stato massiccio, pari a 58 miliardi di euro, mentre a luglio gli investitori esteri erano tornati in attivo di oltre 8 miliardi di euro. Ad agosto però la forte volatilità dello spread ha spinto nuovamente gli investitori esteri alla fuga, un segnale pericoloso per un paese che ha un debito pubblico di 2.342 miliardi di euro e che ogni anno deve raccogliere almeno 400 miliardi di euro sui mercati per finanziarsi. Inoltre occorre anche tener presente che gli investitori esteri, sebbene, in calo, detengono ancora il 26% del nostro debito pubblico.