Come funziona
Per sapere quanti soldi ci sono sul conto corrente, quali sono le ultime operazioni fatte e la disponibilità residua delle carte, basterà chiederlo. Senza entrare nel sito dell'istituto. Per utilizzare il servizio è sufficiente attivare Google Home con i comandi “Hey Google” o “Ok Google”, per poi pronunciare: “Parla con Sella”.
Da qui, si potrà chiedere di eseguire una delle operazioni disponibili. Solo al primo accesso, per l'installazione, è necessario accedere con le proprie credenziali all’app di mobile banking di Banca Sella, da smartphone o tablet, e impostare il conto corrente, la carta di pagamento sui quali operare anche con il “voice banking”. A quel punto si può cominciare a interagire col proprio conto corrente attraverso i comando vocali, senza più dover inserire le proprie credenziali. La sicurezza è garantita dal fatto che, nel caso di volessero eseguire operazioni, sarà necessario essere autenticati sull’app di mobile banking “Sella”.
La storia di Vidyasoft
Banca Sella ha pescato nella propria rete. Vidyasoft è stata fondata nel 2015 dai ricercatori Adriana Caione, Alessandro Fiore, Luigi Manco e Roberto Vergallo e dal professore dell’Università del Salento Luca Mainetti. Nel 2013 Vergallo, dopo un'esperienza di ricerca nello Smart Grid Energy Research Center della Ucla, aveva ricevuto un'offerta per rimanere nel laboratorio californiano. Accetta. Prima di ripensarci, tornare a Lecce e fondare la società assieme ad altri tre dottorandi. Dalla fusione dei loro lavori di ricerca nasce WoX, una piattaforma cloud per l’Internet of Things pensata in particolare per il settore finanziario.
Nel 2016 Vidyasoft vince il “Sellalab Fintech program”, concorso internazionale dedicato all’innovazione del mondo fintech per nuove iniziative imprenditoriali. Ottiene così l'ingresso al programma di accelerazione di cinque mesi in SellaLab (il centro di innovazione del gruppo) e di un mese nell’incubatore Level39 a Londra. Al termine del percorso, Vidyasoft (che oggi ha 12 addetti) diventa fornitore di Banca Sella per la ricerca di interfacce innovative per IoT e riconoscimento vocale.
Il mercato degli smart speaker
Quello degli smart speaker è un settore in pieno movimento. I dispositivi casalinghi connessi venduti nel primo trimestre 2018 sono stati 9,2 milioni. Nel giro di un anno, sono quadruplicati: erano 2,4 milioni nel primo trimestre 2017. Allora, più di otto smart speaker su dieci erano firmati Amazon. Oggi lo è il 43,6%. Non è stato Echo a calare (anzi, le sue vendite sono raddoppiate da 2 a 4 milioni di unità): sono stati gli altri a crescere o a esordire. Google (con il suo Google Home) si afferma come seconda forza del settore: nel primo trimestre 2018 ha venduto 2,4 milioni “maggiordomi”. È di Big G un dispositivo su quattro.
A erodere lo strapotere di Amazon sono anche due società che un anno fa non erano ancora entrate in questo mercato: Alibaba e Apple. Il gigante cinese ha venduto 700.000 unità e detiene una quota del 7,6%. La Mela segue a breve distanza: 600.000 HomePod venduti, pari al 6% del mercato. E la concorrenza è destainata a crescere. Si parla da tempo di Portal, versione di maggiordomo digitale made in Facebook con diaplay (come Amazon Echo Show). E Samsung ha appena svelato il Galaxy Home, che arriverà nei prossimi mesi.
Secondo il vicepresidente di Strategy Analytics David Mercer “nei prossimi anni vedremo una rapida evoluzione nel design, nella funzionalità e nei campi d'utilizzo. Ci stiamo dirigendo verso un futuro, non troppo lontano, nel quale la voce diventerà una modalità standard di interazione tecnologica, come lo sono tastiera, mouse e touchscreen”.