Quasi certamente la controversa misura sulle auto inquinanti verrà modificata durante l'iter parlamentare della manovra, anche se sono in molti - in primis Matteo Renzi - a volerla proprio cancellare. Del resto, lo stesso Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, non ha fatto mistero di non esserne entusiasta mentre come previsto sono piovute critiche da tutte le parti politiche e non, a partire dalle associazioni di categoria. Il 'busillis' sarà trovare però una copertura ai mancati introiti - inizialmente quantificati sui 513 milioni - che comporterebbe una sua eventuale eliminazione dalla legge di bilancio.
Se non dovessero trovarsi altre risorse, appare molto probabile che la misura resti in manovra, ma di sicuro andranno apportati ulteriori aggiustamenti. L'ultima annunciata ieri dal Tesoro non sarebbe infatti sufficiente: inizialmente, la nuova tassazione interessava tutte le auto aziendali, ieri fonti del Mef hanno fatto trapelare che verranno invece esclusi i veicoli elettrici e quelli ibridi mentre quelli superinquinanti andrannno tassati al 100%.
Finora, dalla novità erano interessati circa 2 milioni di veicoli circolanti, secondo i calcoli dell'Aniasa, l'Associazione che in Confindustria rappresenta il settore del noleggio veicoli: su questi, attualmente si paga il 30% di una cifra che dipende dal costo chilometrico e che varia a seconda dei tipi di vetture, considerando una percorrenza media di 15 mila chilometri.
La norma di fatto prevedeva che quest'aliquota passasse dal 30% al 60%, aumentando così l'imponibile su cui vengono calcolati Irpef, tributi locali e contributi previdenziali. Secondo alcuni calcoli, ad esempio, per un Audi A1 1.4 Tdi, il fringe benefit annuale soggetto a tassazione sarebbe salita a 3.671 euro dagli attuali 1.836 oppure un'Alfa Romeo Giulietta da 2.407 a 4414 euro. Sui veicoli commerciali, secondo l'ultima modifica, non cambia invece nulla mentre è stato deciso che ne saranno escluse sia le auto elettriche sia quelle ibride.
Una modifica che sembra non bastare le forze politiche, e anche alcuni esponenti di Governo. Per il viceministro dello Sviluppo Economico Stefano Buffagni, la modifica "non basta". "A me non piace - ha detto - con questa impostazione si fa pagare solo chi già paga".
E lo stesso ministro Gualtieri ha fatto sapere che "è una misura ulteriormente migliorata, ma non è come è stata descritta oggi". Sul fronte politico, oggi il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha espresso la sua netta contrarietà: "Adesso lavoreremo in Parlamento per eliminare le tasse su auto aziendali (assurdità che mi hanno sempre proposto quando ero premier e ho sempre respinto)", ha scritto su Facebook.
E non è l'unico a volerla portare in soffitta. Ma il problema è trovare un'altra fonte di gettito.