Mercoledì Efromovich, primo socio della compagnia colombiana Avianca con il 79%, durante l'incontro con Di Maio avrebbe messo sul tavolo del governo la possibilità di investire 400 milioni per il rilancio di Alitalia. Ma da giorni la pista dell'esecutivo per completare la cordata Fs-Mef-Delta porta ad Atlantia che ieri ha fatto il primo passo avanti, dando mandato al Ceo Giovanni Castellucci di approfondire la sostenibilità ed efficacia del piano industriale.
È caduto definitivamente quindi quello che veniva considerato una sorta di veto da parte del Movimento 5 stelle a far partecipare alla trattativa l'azienda. Ma la partita è ancora aperta. La valutazione, come ha detto Di Maio, verrà fatta senza pregiudizi, fermo restando - spiegano anche fonti parlamentari M5s - che non si accetteranno paletti o condizioni. Con l'obiettivo di salvaguardare per quanto possibile il lato occupazionale e puntare al rilancio della compagnia.
La mediazione di Conte
Le stesse fonti spiegano che non si esclude ancora che alla fine non si possa puntare su un piano B, soprattutto se Atlantia volesse intrecciare la partita di Alitalia con quella del Ponte Morandi. E sono sempre in corso i contatti con l'imprenditore Toto.
Ad esercitare il ruolo di mediatore è anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ier nel sottolineare il fatto che è Di Maio a portare avanti il dossier ha spiegato che "tutto il governo è proteso verso una soluzione che vogliamo di mercato, una soluzione industriale". "Noi non stiamo lavorando al salvataggio di Alitalia - ha sottolineato il premier - stiamo lavorando per il rilancio industriale di quella che è una infrastruttura fondamentale del sistema trasporti-Paese". La deadline per arrivare ad una soluzione resta quella del 15 luglio.