Sono 4.700 gli esuberi quantificati nel piano industriale 2020-2024 di ArcelorMittal Italia. Lo ha riferito l'ad della società al tavolo al Mise, presentando alcune dettagliate slide. "L'azienda ha avuto quest'anno uscite di cassa per un miliardo di euro ". È quanto avrebbe detto la ad di arcelormittal Italia Lucia Morselli, all'incontro con governo e sindacati in corso al Ministero dello Sviluppo Economico.
L'azienda perde nel 2019 un miliardo di euro e prevede così 2.900 esuberi nel 2020, che arriveranno poi a 4.700 nel 2023. Secondo il piano la produzione passa da 4,5 milioni di tonnellate nel 2019 a 6 milioni di tonnellate nel 2021.
Il nuovo piano industriale prevede inoltre nel 2023 la fermata del forno Afo2 e la marcia della sola linea D di agglomerato e la massa di produzione del forno elettrico ad Arco Eaf. La realizzazione del nuovo Eaf sarà con una soluzione ''ibrida' con caricamento di rottame e ghisa liquida dovrebbe permettere, nelle previsioni dell'azienda, una produzione di acciaio di alta qualità. A seguito della fermata dell'Afo2, la copertura dei parchi è prevista solo per 500 metri, invece di 700 metri; indicata anche la riduzione degli investimenti sulle aree dismesse (cokerie, Afo2 e acciaieria).
"Sono molto deluso, l'azienda non ha fatto i passi avanti attesi". Lo ha riferito il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, al termine del tavolo al Mise su ArcelorMittal. "L'azienda - ha spiegato Patuanelli - invece di fare un passo avanti, ha fatto un passo indietro, ricominciando a parlare di 4.700 esuberi alla fine del nuovo piano industriale che prevede comunque un forno elettrico e una produzione finale di 6 milioni di tonnellate. Questa non e' l'idea che ha il governo sullo stabilimento. Riteniamo che la produzione a fine piano debba essere più alta, arrivando almeno a 8 milioni di tonnellate".
"Non ci sono le condizioni per aprire il confronto per un accordo. Si deve ripartire dall'accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e di investimenti indicati dal piano del 2018". Lo ha dichiarato la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan a nome delle tre sigle sindacali che giudicano "irricevibili" le previsioni di migliaia di esuberi.