Apple è la prima società quotata della storia della Borsa statunitense a superare la soglia dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. La quota corona un decennio di crescita ininterrotta innescata dal debutto degli iPhone che hanno trasformato trasformato l'azienda di Cupertino da produttore di nicchia di computer in un colosso globale delle comunicazioni. La compagnia fondata da Steve Jobs guadagna a Wall Street il 2,8% a 207,05 dollari per azioni, portando a circa il 9% il guadagno complessivo accumulato da martedì quando ha annunciato utili trimestrali superiori alle attese e un programma di buyback da 20 miliardi di dollari.
La scalata al successo
Fondata nel garage di Jobs nel 1976, calcola Reuters, Apple ha spinto il suo fatturato oltre il Pil di paesi come il Portogallo o la Nuova Zelanda. Negli anni ha trasformato il modo in cui le persone si connettono l'una con l'altra e le aziende conducono quotidianamente i loro affari. Le azioni della società sono cresciute di oltre il 50.000% dal loro debutto a Wall Street nel 1980. Negli stessi 4 decenni l'S&P 500 è salito approssimativamente del 2.000%. Anni durante i quali Apple si è evoluta da azienda produttrice del Mac personal computer a snodo cruciale della rivoluzione digitale, con una personale aura di culto. Dalla morte di Jobs nel 2011, Apple è guidata da Tim Cook che ha quasi raddoppiato i profitti del gruppo ma non è ancora riuscito a creare un prodotto in grado di replicare il successo dell'iPhone, le cui vendite cominciano a mostrare il passo.
Nel 2006, anno del lancio del primo iPhone, Apple generò un fatturato inferiore ai 20 miliardi di dollari e utili per appena 2 miliardi. L'anno scorso le vendite hanno toccato quota 229 miliardi - il quarto maggiore giro d'affari nell'S&P 500 - e gli utili si sono attestati a 48,4 miliardi, trasformando Apple nella società più redditizia del listino statunitense. Ora la sfida è reinventarsi oltre l'iPhone permantenere la leadership nella classifica per capitalizzazione e respingere l'assalto dei nuovi colossi Alphabet e Amazon.
Quando per quel primato si puntava su Cisco
Negli ultimi anni tutti davano per scontato che a superare per prima la soglia fatidica sarebbe stata Apple. Ma il dibattito in passato era più aperto. Tra il 1999 e il 2000 comparvero i primi articoli che raccontavano come alcune tra le aziende più ricche di allora fossero ad un passo dall’oltrepassare la soglia del trilione. C’è chi sosteneva che la prima in assoluto sarebbe stata Cisco che, prima dello scoppio della bolla tecnologica degli anni successivi, marciava così rapidamente che in pochi riuscivano a tenere il passo. Sui blocchi di partenza, però, c’era anche Microsoft che, prima di tutti, aveva conquistato il record precedente: fu la prima a raggiungere i 500 miliardi. Ma raddoppiare quella ricchezza, per la società di Bill Gates, non si rivelò così facile. Anzi, ci vollero 17 lunghi anni perché Microsoft ritornasse a metà del percorso dopo la crisi. E a quel punto sia Apple che Google (Alphabet) avevano già messo la freccia ed effettuato il sorpasso.
Il caso cinese
In una volata così combattuta è impossibile non assistere a qualche falsa partenza. PetroChina, una delle più importanti aziende petrolifere del mondo, raggiunse il fatidico trilione più di dieci anni fa. Era il 2007, e le sue azioni debuttavano a Shanghai triplicando il loro valore. Ma tutto durò appena un giorno. Subito dopo si registrò una nuova e repentina discesa e il ridimensionamento del valore dell’azienda che oggi è pari circa a 220 billion. Come nell’atletica c’era “troppo vento a favore” per poter omologare il risultato.