Un report di Citi afferma che Apple potrebbe comprare Netflix. L'ipotesi non si basa sulle indiscrezioni: è il risultato di uno scenario nel quale si intrecciano novità fiscali e obiettivi di strategici. L'ipotesi non sarebbe neppure così remota: ci sarebbe, affermano gli analisti Jim Suva e Asiya Merchant, il 40% di probabilità. La nota dava un 25% di chance a Walt Disney e il 10% a Electronic Arts. Il documento, però, è stato scritto prima che Disney annunciasse l'acquisizione di film e tv della Fox. Lo scenario, quindi, è mutato.
Ma l'ipotesi Netflix resta un'affascinante opzione sul campo. Dal punto di vista strategico, Netflix colmerebbe quel vuoto di contenuti che Apple sta cercando di riempire con investimenti in produzioni proprie. Che però sono su un altro piano rispetto a quelle della società guidata da Reed Hastings e da Amazon. Da tempo, poi, la Mela sta tentando una fonte di entrate capace di affiancare l'iPhone, che ha ancora un peso eccessivo sull'intero fatturato. Le ultime trimestrali hanno dimostrato che questa fonte non possa essere un altro hardware ma i servizi: dai sistemi di pagamento ai contenuti (che con Netflix, al netto degli enormi investimenti richiesti, avrebbero ulteriore slancio).
L'elemento che però indica una possibile acquisizione di Apple sta nelle casse strapiene della Mela. Apple ha una liquidità enorme: 269 miliardi di dollari. Sono però in parte vincolati, perché detenuti per il 94% fuori dagli Stati Uniti. Fino a pochi giorni fa, riportarli in California sarebbe stato un salasso. Molto è cambiato con la riforma fiscale di Trump, approvata alla fine dell'anno: Apple pagherebbe il 15,5% sui capitali rimpatriati e solo il 10,5% sui profitti fatti all'estero (ma in realtà molto meno perché Tim Cook potrà dedurre le imposte già pagate oltreoceano). La prima percentuale è più elevata rispetto al 10% proposto da Trump e preso in considerazione da Citi nella sua analisi. Ma il conto non sarebbe comunque malvagio: secondo Forbes, Apple potrebbe riportare negli Stati Uniti il suo tesoro liquido pagando circa 39 miliardi. Un buon compromesso, che consentirebbe a Cupertino di agire sul mercato interno con una dote da 230 miliardi. Abbastanza per comprarsi Netflix, che ne capitalizza 87.