L'Antitrust dà ragione, almeno "in prima lettura", alle associazioni dei consumatori, che avevano denunciato a fine gennaio un aumento delle bollette telefoniche pari all'8,6%, in coincidenza con il ritorno dell'obbligo della fatturazione mensile in luogo di quella a 28 giorni. Un aumento generalizzato che aveva fatto sospettare un accordo in questo senso tra Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre. E sembrerebbe sia avvenuto esattamente questo, a quanto risulta dall'istruttoria avviata a febbraio dall'Autorità, che ha intimato una "sospensione cautelare" dei rialzi e ordinato alle aziende di "definire la propria offerta in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti". Un pronunciamento accolto con soddisfazione dall'Unione Nazionale Consumatori, che parla di "vittoria".
"Un danno grave e irreparabile per i consumatori"
Il Garante ha ritenuto che la documentazione acquisita durante le ispezioni "confermi prima facie l'ipotesi istruttoria secondo cui le parti avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13". Pertanto, "al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l'Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l'attuazione dell'intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti".
"Continua, dunque, il pressing dei Garanti sulle società della telefonia e di Internet", sottolinea Repubblica, "solo pochi giorni fa, l'Autorità per le Comunicazioni ha ordinato che queste società restituiscano quanto hanno sottratto ai clienti attraverso la fatturazione illegittima, anticipata ogni 28 giorni. La restituzione dovrà avvenire sotto forma di sconto sul canone delle connessioni fisse".
La replica di Fastweb: "Sempre agito correttamente"
La prima azienda a replicare è Fastweb, che rivendica di aver "sempre agito correttamente" e di aver "costantemente perseguito politiche commerciali assolutamente indipendenti rispetto a quelle dei propri concorrenti"."Anche in relazione al tema della tempistica di fatturazione, rispetto alla quale l'Agcm ravvisa l'ipotesi di intese", si legge in un comunicato, "Fastweb sottolinea come la posizione dell'azienda sia sempre stata nettamente distinta da quella degli altri operatori sul mercato. Fastweb, infatti, è passata alla fatturazione a quattro settimane più di due anni dopo i propri concorrenti, quando tale approccio commerciale si era ormai affermato come prassi nel mercato ed al quale ha dovuto necessariamente adeguarsi. Rispetto, invece, al ritorno alla fatturazione mensile, Fastweb si è attenuta rigorosamente alla tempistica dettata dalla normativa rilevante ed alle indicazioni fornite da AgCom in merito alle modalità di comunicazione. Soprattutto Fastweb - a differenza dei propri concorrenti - in concomitanza con il ritorno alla fatturazione mensile, ha avviato una serie di elementi migliorativi dell'offerta, quali ad esempio l'abolizione di tutti i costi addizionali solitamente applicati dagli operatori sia per componenti fisiologiche - quali ad esempio il costo di attivazione o il costo per il piano tariffario - che per servizi ancillari pre-attivati - quali la segreteria telefonica o il servizio richiamami".