Dopo aver incrociato le braccia nel Black Friday, i lavoratori dello stabilimento Amazon di Castel San Giovanni hanno convocato mercoledì uno sciopero di due ore e minacciano una nuova mobilitazione per i prossimi giorni, proprio a ridosso di Natale. L’agitazione è scattata dopo che i rappresentanti italiani del colosso dell’e-commerce non si sono presentati all’incontro previsto alle 8.30 in Prefettura a Piacenza con i rappresentanti dei lavoratori del polo piacentino che impiega 2.000 persone a tempo indeterminato e altrettanti precari. Prova che la tensione tra lavoratori e Amazon è ancora altissima.
Perché il mini-sciopero
L’incontro in Prefettura, riporta il Sole 24 Ore, segue il summit dei giorni scorsi in cui fra azienda e sindacati si è giunti a un nulla di fatto sul tema del contratto integrativo (chiesto dai sindacati ma con Amazon che non intende sviluppare la cosa) e sulla richiesta di nuove condizioni contrattuali e di lavoro all'interno dello stabilimento. “Troppa pressione”, hanno fatto sapere al prefetto i dirigenti Amazon, probabilmente anche per l’annunciata presenza di un presidio di lavoratori davanti alla Prefettura (che però è stato annullato). "Eravamo regolarmente dal Prefetto di Piacenza dopo aver acconsentito all'ennesima richiesta di spostare l'incontro con Amazon, e l'azienda non si è presentata all'appuntamento dimostrando di avere in spregio i lavoratori e lo Stato italiano", spiega Fiorenzo Molinari, segretario della Filcams Cgil di Piacenza che insieme ai colleghi di Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl Terziario mercoledì mattina doveva incontrare Amazon in un incontro convocato da Maurizio Falco, prefetto di Piacenza e rappresentante del Governo sul territorio piacentino.
Sindacalisti scortati dai carabinieri
A mandare i rappresentanti sindacali su tutte le furie c’è stato anche il fatto che "Amazon non voleva far entrare i sindacati in azienda per svolgere assemblee già concordate e previste. È stato necessario l'intervento del questore e dei carabinieri per far valere la Legge. È grazie alle forze dell'ordine che ci hanno accompagnato dentro l'azienda se siamo riusciti ad incontrare in assemblea i lavoratori”. Di fatto, prosegue Molinari, “Amazon dimostra di voler giocare in un campo senza regole in cui l'unica legge che vige è quella del più forte". La prossima mossa? “A meno che la controparte non decida di sedersi e discutere della vertenza che infiamma la sede piacentina dello sciopero indetto per il Black Friday (lo scorso 24 novembre), i sindacati attueranno nuove forme di agitazioni” mettendo a rischio le consegne natalizie, si legge sulla Stampa.
I punti di attrito
I punti di contrasto riguardano:
- La gestione dei periodi di malattia, il cosiddetto comporto, con la richiesta di avvertire la persona prima che scada affinché non scatti subito il licenziamento.
- I turni di lavoro per i quali si richiede una giusta rotazione del personale, in modo che i turni più pesanti non vengano svolti dai lavoratori con contratto precario, i più esposti alle ritorsioni.
- Il premio di produttività, che Amazon continua a negare: “Usano il lavoratore come una macchina, sapendo che non può durare più di due, tre anni”, sostiene la Cigl.
I sindacati hanno scritto una lettera a Jeff Bezos, amministratore delegato di Amazon, chiedendo una tutela delle condizioni di salute elle persone che lavorano per il gigante dell’e-commerce. Amazon si è detto pronto ad aprire un dialogo e a cooperare, ma per ora a Castel San Giovanni non hanno registrato alcun progresso.
La questione arriva a Roma
Sulla questione è intervenuta anche la sottosegretaria al Lavoro Paola De Micheli, che ha usato parole sicuramente critiche nei confronti di Amazon: “Nel nostro Paese non può considerarsi normale che un’azienda non si presenti ad una convocazione che ha un nobile e coerente obiettivo, effettuata dal rappresentante del Governo sul territorio locale”. E ancora: “Sugli ultimi sviluppi della situazione ho aggiornato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e insieme al Governo ci riserviamo di valutare eventuali nuove iniziative da prendere per ricondurre la vicenda sui binari del confronto rispettoso delle istituzioni e del dialogo fra le parti”.
Davvero si rischiano ritardi nelle consegne?
Dal colosso dell’e-commerce nessuna dichiarazione (né rassicurazione) e sul sito web non è specificato quali siano le politiche aziendali riguardo i ritardi di consegna in caso di sciopero. Tuttavia è probabile che i consumatori non saranno danneggiati dallo sciopero, come già accaduto in occasione dell’agitazione dello scorso 24 novembre quando, nel giorno del Black Friday – l’appuntamento più caldo del calendario dell’e-commerce – i lavoratori dello stabilimento di Castel San Giovanni scioperarono contro i vertici italiani del colosso americano.
I ritardi potrebbero riguardare solo le consegne “last minute” con Amazon Prime, in buona parte dell’Emilia Romagna e in Lombardia. Ma nelle ultime ore – si legge sui siti - Amazon sta cercando un modo per potenziare gli altri stabilimenti sparsi in provincia di Milano e Torino. Una soluzione già adottata in occasione del Black Friday quando l’azienda fece ricorso agli altri stabilimenti italiani ed europei per effettuare le consegne.