Sono anni che Amazon tenta di lanciarsi nel mondo della moda e Find, la sua linea di abbigliamento low cost, è solo l’ultima delle iniziative in questa direzione. La piattaforma, inoltre, offe molte linee di abbigliamento e calzature, ma qualcosa continua a non funzionare. Il più grande sito di e-commerce al mondo deve fare ancora tanta strada affinché diventi un punto di riferimento per le fashion addict. Da un’analisi sulle prestazioni digitali dei marchi pubblicata su Bloomberg è emerso che i capi di abbigliamento più acquistati su Amazon sono quelli basici, cioè quelli che vanno a supplire una necessità pratica. Sempre di vestiti si tratta, ma non si può parlare certo di moda.
Cosa non funziona
Il problema - ricorda lo studio - è che il portale, avendo molti prodotti da vendere, è troppo suddiviso in settori e categorie. Questo sistema funziona bene per chi acquista libri, detersivi di marchi già usati, oggetti per la casa o tecnologici, ma si presta poco alla scoperta. Ad esempio, una donna che vuole acquistare un abito per un’occasione particolare non cercherà mai una scollatura, una lunghezza, un colore o un marchio preciso. Tutto ciò che vuole trovare è un abito che le piace e che la colpisca. Inoltre un vestito per essere acquistato si deve poter vedere bene, invece su Amazon non sono pochi i casi in cui la fotografia del prodotto è troppo piccola. Se tutto questo può funzionare per acquistare una prolunga, è un impedimento nel caso di un abito.
Nove italiani su dieci acquista su Amazon
Secondo il sondaggio Total Retail Survey 2017 presentato nelle scorse ore da PWC, il 20% dei consumatori italiani fa shopping online tramite smartphone almeno una volta la settimana contro il 14% del 2015, mentre il 19% acquista via tablet (dal 12% del 2015) e il 32% acquista tramite PC (dal 24%). PWC sottolinea anche come Amazon.it giochi un ruolo fondamentale nell’esperienza dello shopping online degli italiani, tanto che 9 intervistati su 10 (91%, la percentuale più alta in Europa) fanno acquisti su questa piattaforma. Addirittura i più giovani acquistano solamente su Amazon nel 25% dei casi (contro il 18% degli over-35) e il 35% si reca meno in negozio.
La crescita di Amazon
Ma quanto “pesa”, ad esempio, il valore delle vendite di Amazon in Italia? Un dato nazionale, ufficialmente, non viene fornito. Il fatturato di Amazon - scrive Il Sole24ore - è sempre solo quello globale (136 miliardi di dollari). Di questi, poco oltre 45 miliardi sono ottenuti da Paesi non Usa: 14,1 miliardi di dollari dalla Germania, 10,8 miliardi dal Giappone e 9,5 miliardi dal Regno Unito. Che non vendono certo solo all’interno dei propri confini, ma sono “hub” virtuali d’acquisto per altri mercati, limitrofi e non. I restanti 11 miliardi provengono, infatti, dal resto del mondo (Francia, Italia, India, Cina, Canada...).
Tuttavia, una stima è possibile ricavarla. Incrociando il valore dell’e-commerce europeo (509 miliardi di euro secondo Ecommerce Foundation), con quello complessivo italiano (20 miliardi nel 2016 che quest’anno diverranno 23) e dando credito ad operatori del settore che attribuiscono ad Amazon una quota di mercato tra il 15-20% del consumer retail nazionale online che è di 9 miliardi, è ragionevole pensare che il volume di vendita in Italia del gigante di Seattle si attesti su una cifra attorno agli 1,5 miliardi di euro. Grazie anche a investimenti, dal 2010, per 450 milioni di euro e 2mila addetti a tempo indeterminato.