No della Commissione europea alla fusione tra i colossi del settore ferroviario Alstom e Siemens. L'Antitrust Ue ha vietato la proposta di acquisizione della francese Alstom da parte della tedesca Siemens "nell'ambito del Regolamento UE sulle concentrazioni". L'operazione, secondo Bruxelles, avrebbe danneggiato la concorrenza sul mercato dei sistemi di segnalazione e dei treni ad altissima velocità.
"Le parti non hanno offerto rimedi sufficienti per superare le preoccupazioni della Commissione", sottolinea la Commissione. Secondo la commissaria Ue Margrethe Vestager, le parti non hanno risposto ai rilievi dell'Antitrust Ue e "senza rimedi sufficienti, questa fusione avrebbe comportato prezzi più elevati per i sistemi di segnalazione e i treni ad alta velocità". L'integrazione tra le società che producono gli Eurostar e i "Train à Grande Vitesse" (Tgv) avrebbe creato un colosso da 15 miliardi di fatturato annuo in grado di competere con i maggiori concorrenti mondiali, a partire dai cinesi.
Per il boss di Siemens sono "tecnocrati retrogradi"
La decisione era ormai scontata, dopo che Bruxelles aveva rifiutato l'ultima offerta delle due compagnie di non fondere le attività nel campo della segnaletica ferroviaria. Il ceo di Siemens, Joe Kaeser, aveva affermato che in un'economia globalizzata l'Europa può però competere solo con campioni transnazionali, commentando che "sarà interessante capire se il futuro della mobilità ferroviaria sarà determinato da tecnocrati retrogradi o da Europei con lo sguardo rivolto al futuro".
Kaeser ha sottolineato che le norme comunitarie sulla concorrenza sono state "stabilite 30 anni fa, in un contesto del tutto differente", ovvero quando la globalizzazione non aveva ancora preso slancio e definire la Cina un'economia "emergente" non era ancora anacronistico. "È da sprovveduti pensare che singole nazioni possano competere con i cinesi", ha chiosato, arrivando a sollevare il dubbio, condiviso da parecchi attori economici tedeschi, che la Germania possa crescere di più senza l'Unione Europea.
Per Parigi è un "errore politico"
Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, anticipando la decisione di Bruxelles, la aveva definita "un errore economico" e un "errore politico". "I criteri scelti dalla Commissione non sono quelli giusti", ha detto il ministro a France 2, suggerendo che "è il mercato mondiale e non il mercato europeo il più pertinente per analizzare la concorrenza". "È un errore politico: il ruolo della Commissione è difendere gli interessi economici dell'Europa", prosegue Le Maire, "il rifiuto della fusione Alstom-Siemens servirà gli interessi economici e industriali della Cina, questa decisione impedisce ad Alstom e Siemens di avere lo stesso peso dei suoi concorrenti cinesi."
Alle parole di Le Maire fanno eco quelle di Peter Altmaier, ministro dell'Economia tedesco, che ieri ha chiesto modifiche alle regole della concorrenza dell'Ue per le grandi operazioni di fusione e acquisizione. Altmaier ha sostenuto che le società europee in settori quali l'aviazione civile, le ferrovie, la costruzione di impianti e le banche potrebbero competere su un piano di parità con i rivali di Cina e Stati Uniti "se permetti le fusioni, così le aziende che abbiamo in queste industrie possono raggiungere le ne necessarie economie di scala". Le Maire si è impegnato a collaborare con Altmaier per presentare proposte per rivedere le regole della concorrenza europea.