Ritorna la partecipazione dello Stato nel rilancio di Alitalia. Il governo ha dato il via libera all'ingresso del Tesoro nel capitale della compagnia aerea, non specificando al momento la quota. "Un vertice alla presenza del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del vicepresidente, Luigi Di Maio, e del ministro dell'Economia, Giovanni Tria - ha annunciato Palazzo Chigi in una nota - ha convenuto la disponibilità del governo di partecipare alla costituzione della Nuova Alitalia, tramite il ministero dell'Economia (Mef), a condizione della sostenibilità del piano industriale e in conformità con la normativa europea".
E in serata è arrivato anche l'ok alla trattativa da parte del cda di Fs con Delta Airlines e EasyJet "per essere partner industriali nell'operazione". Si aggiungono così due tasselli fondamentali al piano per il salvataggio di Alitalia annunciato da Di Maio lo scorso ottobre.
Il vicepremier aveva detto che il ministero dell'Economia avrebbe convertito "in equity (azioni ndr) parte del prestito con cui coprirà la quota del 15% di partecipazione nella Newco".
Come sta messa Alitalia
Alitalia è da due anni in amministrazione controllata (la seconda in un decennio) e ha beneficiato di un prestito ponte da 900 milioni di euro da parte del governo nel 2017, prestito poi prorogato fino al 30 giugno. Delta e EasyJet starebbero valutando se acquistare congiuntamente fino al 40% di Alitalia.
Gli scenari possibili
Uno degli scenari possibili è che le due compagnie continuino le trattative esclusive con Ferrovie per concludere un accordo. Peraltro, sia Delta che EasyJet lo scorso ottobre avevano manifestato interesse nell'operazione. Le altre compagnie straniere hanno decisamente frenato su questo fronte: il gruppo Air France-KLM non sarebbe interessato ad aderire al salvataggio di Alitalia, mentre Lufthansa sarebbe interessata, ma solo se la compagnia venisse prima ristrutturata e allo stato dei fatti ha calcolato che ci sarebbero "3.000 dipendenti di troppo".
Cosa dicono i sindacati
"Su Alitalia bisogna assolutamente fare presto: è passato troppo tempo, non si può più aspettare", ha detto da parte sua il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in vista della riunione di domani al Mise. "Bisogna prendere una decisione" ha sottolineato "che sia in grado di garantire e salvaguardare l'occupazione e di dare un futuro concreto" alla società. "Noi ci aspettiamo" ha precisato "che domani non si prenda ulteriore tempo perché secondo me non ce n'è più. Ci auguriamo che domani ci sia una risposta precisa sul tipo di accordo che si intende fare, su quali sono i partner e quale sia il progetto che si vuole realizzare".