"Se mettiamo Atlantia dentro Alitalia mettiamo in difficoltà anche la linea aerea". Lo ha detto il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Dichiarazioni che hanno provocato l'immediata reazione del gruppo. "Le dichiarazioni odierne del vice presidente Di Maio perturbano l'andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo che il ministro Danilo Toninelli ha affermato solo ieri essere ancora in corso, e determinano gravi danni reputazionali per la società" afferma una nota.
"La società - prosegue il documento - si riserva di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela dei propri interessi, dei dipendenti, degli azionisti, dei bondholders e degli stakeholders tutti. Si ricorda che, sulla base del contratto di concessione in essere, ogni ipotesi di revoca - ove mai ne venissero accertati i presupposti - richiederebbe il previo pagamento del valore della concessione stessa, nei termini contrattualmente previsti e approvati per legge".
Il leader del Movimento 5 stelle ha poi aggiunto, sul suo profilo Facebook, replicando alla nota dell'azienda, che il governo andrà avanti "come un treno" ribadendo che "su questo non arretriamo di un centimetro. E se qualcuno vuole sfilarsi o tagliare la corda problema suo. Il cambiamento richiede coraggio".
Poi il nuovo affondo: "Oggi abbiamo capito che per i Benetton contano più i mercati finanziari che le persone. E noi dovremmo tacere davanti a tutto questo? Dovremmo starcene zitti davanti alle lacrime di cittadini che hanno perso il proprio figlio, una sorella, un cugino, un padre o la madre in una tragedia che era annunciata? Se non fai manutenzione a un ponte, prima o poi quel ponte crolla, non ci vuole un genio per capirlo".
Sulle azioni legali ventilate dal gruppo, il vicepremier ha risposto così: "Il gruppo Atlantia e dunque i Benetton hanno appena minacciato di querelarmi perché - a loro dire - le mie parole sulla revoca della concessione ad Autostrade e le mie dichiarazioni su Alitalia potrebbero danneggiare il loro titolo in borsa. E certo, che importa a loro se nella tragedia del Ponte Morandi, quasi un anno fa, morirono piu' di 40 persone innocenti. Persero la vita intere famiglie, giovani coppie, ragazzi, bambini mentre andavano in ferie, alla vigilia di Ferragosto. I Benetton sono stati più veloci oggi a rispondere al sottoscritto (minacciando azioni legali) che a chiedere scusa ai familiari delle vittime, scuse che come molti di voi ricorderanno arrivarono con un ritardo imbarazzante. Se a questi gruppi di potere tocchi il portafogli è la fine".
Sulla questione è intervenuto anche l'altro vicepremier, Matteo Salvini, intervenendo nel corso della trasmissione Dritto e rovescio, su Rete 4: "Ci sono dei problemi giudiziari. Chi ha sbagliato e ha dei morti sulla coscienza paga e pagherà. Io non faccio il giudice, ma ci sono delle aziende che danno migliaia di posti lavoro e, prima di dire che sono decotte, bisogna pensare che ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro".