"L'Italia deve uscire dall’euro". Il mantra populista che tanto piace ai grillini viene ora riproposto, in chiave soft, dalla sindaca di Roma Virginia Raggi la cui giunta ha in programma di sperimentare, entro fine anno, la moneta complementare – da affiancare all’euro e non sostituirlo - nei mercati rionali di un municipio (il candidato sembra sia il III). Le parole riportate venerdì dal Corriere della Sera dell’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo (“Non si tratta di euro e neanche di moneta elettronica, ma di moneta alternativa. Il vantaggio sta nel creare fidelizzazione tra i soggetti appartenenti alla rete che si scambiano beni o servizi”) e la vasta eco mediatica trovano un po’ disorientati gli utenti dei social che, al di là della simpatia o meno per una ‘moneta complementare’, in linea di massima ne ignorano il significato.
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Un progetto 'fumoso'
Il progetto così esposto, in effetti, è abbastanza fumoso anche se l’assessore ha indicato un modello esistente, il Sardex. Eppure questo modello, si legge sul Foglio, si riferisce a un circuito commerciale consolidato, che permette agli iscritti di aumentare la propria capacità di liquidità scambiando beni e servizi con le altre aziende della rete. E’ qualcosa che funziona, scrive Luciano Capone, in un contesto dove già ci sono scambi di filiera territoriali, ed è soprattutto un’iniziativa privata che, negli stessi termini, potrebbe nascere spontaneamente a Roma se se ne sentisse il bisogno e ci fosse mercato.
Come funziona il Sardex
Il concetto alla base è semplice. Un euro di beni e servizi è sempre un euro. Anche se la moneta non c’è materialmente, il valore di quel bene è lo stesso. Quindi, in teoria, è scambiabile anche senza il contante. Per esempio attraverso un sistema che gestisca le transazioni dei beni legando il valore al prezzo corrente delle merci. Sardex.net ha messo in pratica questa teoria. Né più né meno. E’ una moneta virtuale creata da Mancosu, Piero Sanna e i fratelli Gabriele e Giuseppe Littera, 28 e 33 anni. Tutti con studi umanistici alle spalle, ma appassionati di temi economici. E soprattutto della loro terra, che volevano aiutare nel momento più acuto dello tsunami finanziario che ha vessato l’Occidente negli ultimi 6 anni.
Il problema della Raggi
La sensazione, si legge ancora sul giornale fondato da Giuliano Ferrara, è che il problema della giunta Raggi sia la liquidità del comune più di quella delle aziende, e che quindi serva più una moneta intesa come emissione di debito. Una soluzione simile a quella offerta a livello nazionale dal M5s, la “moneta fiscale”, per creare una valuta parallela all’euro, in modo da uscire ma non troppo dalla moneta comune. In tal caso l’idea della giunta Raggi, compatibilmente con l’ordinamento giuridico, potrebbe essere un modo per superare i vincoli di bilancio e sconquassarlo (il bilancio)..
Il parere dell'ex ministro
L’iniziativa della Raggi (e della Appendino che pensa a una sorta di bitcoin, una moneta elettronica) viene giudicata con estrema severità dall’ex ministro delle Finanze Francesco Forte che, sul Giornale, commenta: “Oggi chi non sa fare il proprio mestiere, cerca di fare quello degli altri. Questa regola si applica a pennello a Virginia Raggi, sindaco di Roma, che ora si inventa il sesterzio emesso dal Comune, che così batterebbe moneta al fine di dare, in tal modo, un impulso allo sviluppo della città. A differenza di quello di Roma antica – aggiunge Forte - questo sesterzio non sarebbe una merce ma una carta moneta ossia un titolo di credito, emesso non da una banca o dalla posta, ma dal Comune”.
Secondo l'ex ministro dei governi Fanfani e Craxi, a questo punto ci sono due possibilità.
- Questa carta moneta sia utilizzabile per pagare i tributi e le multe del Comune di Roma, ossia che sia un debito anomalo del Comune, pesantemente indebitato. Non si sa se le autorità del dicastero dell'Interno, la Consob, Banca di Italia ed Eba (l'Autorità europea sui mercati finanziari) approveranno questa nuova forma di prestito, senza interessi, molto simile a una cambiale.
- Copiare Amazon, che emette carte di credito spendibili nel suo supermercato on line. Il nuovo sesterzio darebbe la possibilità di acquistare merci in dati esercizi commerciali, individuati dal Comune che diventerebbero suoi creditori per l'ammontare degli acquisti così effettuati. Però l'emissione dei nuovi sesterzi utilizzabili in dati esercizi commerciali, con l'intento di creare sviluppo economico locale finisce a favorire qualche ditta a spese di altre.