Le compagnie low cost RyanAir ed Easyjet, l’americana Delta Airlines, l’attuale partner internazionale Etihad. Ma anche studi legali e persino il gruppo iGreco, storica famiglia calabrese attiva nella produzione di olio e vino. Queste, secondo le indiscrezioni riportate da Repubblica, alcune delle 32 società che hanno presentato manifestazioni di interesse per Alitalia. C’è poco da festeggiare, però. “Nessuna azienda per ora sembrerebbe interessata all’acquisto in blocco”, scrive La Stampa, “a far gola sono invece le rotte, gli slot e la flotta”. “Lo spezzatino tanto temuto soprattutto dal governo è la via auspicata dalle grandi compagnie”, prosegue il quotidiano torinese, “e Lufthansa è la prima a mettersi in fila”.
Lufthansa punta ai pezzi pregiati
“Non abbiamo intenzione di acquistare Alitalia”, spiega l’amministratore delegato del vettore tedesco, Carsten Spohr, “ma l’Italia è un mercato molto importante per noi, quindi guardiamo con molta attenzione alle opportunità che emergono”. “L’obiettivo dei tedeschi”, si legge ancora, “sarebbe infatti entrare eventualmente in partita in un secondo momento , quando è più conveniente acquisire i pezzi pregiati. La flotta appunto, si parla di circa 30-40 aerei, ma soprattutto gli slot su Linate e Fiumicino”.
La 'gabbia' di SkyTeam
“A raffreddare gli entusiasmi, oltre allo stato di salute finanziario non proprio brillantissimo di Alitalia”, aggiunge la Repubblica, “c’è la gabbia di ferro delle intese con SkyTeam. L’aerolinea tricolore è legata fino alla fine del 2022 alla joint venture transatlantica con Delta ed Air France e non può crescere almeno fino ad allora sul ricco mercato tra il Belpaese e gli Stati Uniti. Uscire da questo vicolo cieco comporterebbe il pagamento di penali pesanti”.
Tra le 32 buste arrivate e aperte ieri dai commissari Stefano Paleari, Enrico Laghi e Luigi Gubitosi, prosegue La Stampa, “circa un terzo sarebbero comunque buone offerte di concorrenti, una decina di fondi speculativi e le restanti trascurabili. I grandi vettori dovranno scoprire le carte entro luglio, quando cioè potranno inviare le offerte non vincolanti, mentre per ottobre sono attese quelle vincolanti e decisive”. Il rischio è che si mettano di mezzo le elezioni anticipate.