La presidenza italiana del G7 Finanze, riunito a Bari, accelera sulla web tax, tema che sta trovando spazio anche nella legge finanziaria. Al termine del vertice, secondo fonti ben informate, i ministri delle Finanze dei Sette Grandi daranno mandato all'Ocse perché presenti entro il prossimo marzo delle proposte operative sulla tassazione dei colossi del web, che troppo spesso riescono a far sfuggire i loro enormi utili dalle maglie del fisco dei governi nazionali. Proposte che verranno poi portate al tavolo del G20 nella speranza di trovare una sintesi tra i diversi approcci a un problema che non può essere che risolto con un'intesa transnazionale, riguardando aziende che in maniera trasnazionale pensano e agiscono.
La web tax entra in manovra
"La web tax è una proposta che sta prendendo corpo, ci sono diverse posizioni nazionali ma il G7 serve per convergere. Su questo lavoreremo", ha affermato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, aprendo i lavori. L'obiettivo è di stimolare la discussione per arrivare a compiere passi avanti concreti in merito alle possibili forme di tassazione dell'economia digitale. Ogni Paese ha una sua posizione sul tema e una delle proposte italiane sul tavolo, come spiegano fonti della delegazione italiana, è di misurare il consumo digitale traducendo i dati del traffico digitale (numero e durata dei contatti, posizione geografica, etc) in parametri che determinino i ricavi dei grandi operatori digitali. Secondo le stesse fonti, la misurazione del consumo digitale è l'unica direzione per il nuovo fisco digitale dato che le basi imponibili sono sempre piu' immateriali. L'ipotesi è di introdurre, quindi, dei veri e propri contatori digitali che rilevino il numero di utenti, la loro natura, la durata dei contatti. E l'Italia, intanto, gioca d'anticipo: in attesa che si arrivi a definire regole a livello internazionale, il tema web tax entra in manovra. Il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, ha presentato un emendamento al decreto di correzione dei conti che punta a introdurre un meccanismo per un accordo preventivo rafforzato tra digital companies e Fisco italiano.
La crescita inclusiva tra i pilastri dell'agenda
Uno dei pilastri dell'agenda è la crescita inclusiva e su questo dovrebbe arrivare, nero su bianco, un impegno dei Sette Grandi. "Senza l'inclusione sociale, la crescita non si sostiene e deve andare avanti", ha sottolineato Padoan, "il tema della crescita e dell'inclusione sociale è al centro dell'agenda del G7 e del G20. Sono molto contento di questo, l'Italia porta avanti queste tematiche". "Abbiamo parlato dei temi in agenda: la crescita e le disuguaglianze", ha spiegato il direttore del Fmi, Christine Lagarde, "e di come ridurre queste disuguaglianze. Io ho parlato anche di come l'inclusione delle donne possa contribuire alla crescita e alla lotta alle disuguaglianze".
Nel comunicato finale troverà spazio anche il capitolo cybersecurity e lotta al terrorismo. I ministri affideranno a un gruppo di lavoro già operativo il compito di realizzare standard comuni per testare la capacità di difesa del sistema privato dagli attacchi cibernetici. L'obiettivo è anche incentivare lo scambio di informazioni tra Stati e aziende private.
Bruxelles apre a Roma sulla flessibilità
Intanto sul fronte interno l'Italia incassa l'apertura della Commissione europea sui nuovi margini di flessibilità. "Abbiamo davvero bisogno di avere una leadership pro-europea in Italia", ha sottolineato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, "questo è quello che stiamo cercando di costruire con Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan, nel pieno rispetto delle regole e usando tutta la flessibilità a nostra disposizione". Un ulteriore margine di azione che il governo intende destinare alla crescita inclusiva, ha assicurato Padoan: "Non si parla piu' di austerità in Europa, si parla di crescita, di investimenti e occupazione e l'Italia ha parecchi meriti".