Se la prima giornata è stata (soprattutto) quella dell'analisi, la seconda è stata (anche) quella dell'esempio. L'Italian Investment Showcase ha ospitato un workshop sulle “storie e le strategie” per attrarre gli investimenti esteri.
Pensare internazionale
Tra le “storie” c'è quella di Franco Petrucci, il fondatore di una startup che ce l'ha fatta. È partito da Latina e a Latina è tornato. Ha costruito un'impresa, Decisyon (che produce software per le aziende), ed è riuscito ad attrarre i venture capital della Silicon Valley. Certo, per due anni ha dovuto fare il pendolare sulla linea Lazio-California. Ma alla fine ha ricevuto interesse e risorse (a oggi circa 60 milioni).
“Attrarre capitali da fondi americani è complicato ma non impossibile”. E allora come si fa? Iniziando a correggere i difetti. Ad esempio, “le startup italiane restano nane perché nascono nane. Non cresceranno mai se non si preparano dal giorno zero ad andare sui mercati internazionali”. Lo conferma anche Enrico Noseda, partner di GrowItUp, progetto nato proprio per selezionare le startup e spingere la fase di scale up: “Manca una prospettiva globale”.
Qualità e selezione delle idee
Altro problema: “In Silicon Valley - afferma Petrucci - la qualità delle idee è più alta”. Il che dipende molto dalla capacità di selezionarle. “In Italia si punta spesso su idee sbagliate. Manca un ecosistema che consente, sin dall'inizio, di indirizzare gli investimenti verso quelle giuste”. Se processi come questo inizieranno a funzionare, è convinto Petrucci, si apriranno “grandi opportunità”. A partire da IoT e Industria 4.0, settori nei quali “l'Italia può diventare un gigantesco incubatore”.
“Se gli investimenti non arrivano, c'è anche un problema di pubblica amministrazione”, ha aggiunto nel suo intervento Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. “C'è un sistema di leggi farraginoso e un problema culturale: l'idea che il bene comune sia nemico del bene di ciascuno”.
"Un problema culturale"
Torna spesso la convinzione che ci sia un “problema culturale”. La tara, allora, parte dalle basi. Cioè dalla formazione, sul quale il gruppo punta attraverso la Fastweb Digital Academy, un progetto che propone corsi di formazione sulle professioni digitali. “Sogniamo che le persone possano passare al digital con facilità ma non è così. La larga maggioranza è ancora analogica”, sottolinea Marco Salvadori, head of innovation di Fastweb
Il workshop è stato seguito da un pitch sui generis. A presentarsi davanti agli investitori non sono state aziende ma cluster e parchi tecnologici, da ItaliaCamp al Politecnico di Milano. “Dopo anni di buoi si vede la luce”, sottolinea Gianluca Carenzo, ceo di PTP di Lodi e presidente dei parchi scientifici e tecnologici italiani. “L'attrattività cresce e l'Italian Investiment Showcase è l'espressione di un sistema paese che si sta ristrutturando”.
Si chiude l'Italian Investment Showcase
Si chiude così la prima edizione del forum promosso dall'Agenzia Giornalistica Italia, con l'adesione di Assolombarda e Unindustria. L'evento, nato per “creare un ponte tra l'innovazione italiana e i mercati finanziari nel campo dell'innovazione”, è stato sponsorizzato da Intesa Sanpaolo e Fastweb, ed è stato organizzato in partnership con ministero degli
- Affari Esteri,
- Ice,
- Enea,
- Regione Lombardia,
- Città Metropolitana di Milano,
- Aifi,
- Compagnia delle Opere,
- Cna,
- Valore Italia,
- Cariplo Factory e
- Fondazione Italia Camp.
L'Italian Investment Showcase, che gode della collaborazione con Camera di Commercio Italo-Cinese, Italia Startup, Anitec-Confindustria e Italia Eurasia, si svolge sotto il coordinamento di GreenHill Advisory, società che ha curato la selezione delle aziende partecipanti e i rapporti con gli investitori nazionali e internazionali.