Bitcoin di nuovo sulle montagne russe. E a pesare questa volta non sono oscure manovre speculative, bensì il no della Security and Exchange Commission (Sec) alla creazione di una piattaforma ufficiale per lo scambio della criptovaluta. Il 10 marzo l'equivalente Usa della Consob aveva respinto la richiesta dei gemelli Tyler e Cameron Winklevoss, tra i principali imprenditori del settore, all'istituzione di un fondo di investimento che rendesse accessibile a milioni di americani il trading della moneta virtuale. Nelle ore successive al verdetto della Sec, la valuta era scesa in poche ore da 1.300 dollari a 1.060 dollari, per poi tornare a stabilizzarsi sopra quota 1.100, uno scivolone pari quasi al 18%.
Dopo una settimana senza eccessivi scossoni, il bitcoin ha segnato sabato un altro tonfo, scendendo da 1.125 dollari a un minimo di giornata di 955 dollari, un calo di circa il 15%. Si tratta di livelli che non si registravano dallo scorso gennaio, quando il bitcoin era crollato sotto quota mille dollari a causa delle manovre della Cina per rafforzare lo yuan. Èinfatti in Cina che avviene la maggior parte delle operazioni sui bitcoin, il cui prezzo tende a muoversi in maniera inversamente proporzionale rispetto alla divisa del Dragone.
Il bitcoin è normalmente soggetto a fluttuazioni di questa portata. Questa volta, però, Pechino non c'entrerebbe; il no della Sec potrebbe essere il preludio di una fase ribassista di lunga durata, avendo negato alla valuta virtuale l'ingresso nel "salotto buono" dei prodotti finanziari ufficiali. A non convincere l'autorità di borsa americana è la scarsa trasparenza con la quale viene creata nuova moneta. Non esiste infatti una banca centrale online con una governance e un organigramma, bensì una community che decide, di volta in volta, di quanto aumentare la disponibilità in rete. E la stessa nascita di questo strumento è ammantata di mistero. Ciò, secondo la Sec, non mette al riparo chi desideri operare nel settore da "pratiche fraudolente e manipolative" né consente di rispettare gli standard di protezione degli investitori.
Che cos'è il Bitcoin
Il Bitcoin è una valuta virtuale che consente di effettuare pagamenti online in maniera anonima. L'approvvigionamento avviene attraverso piattaforme specializzate, diffuse soprattutto in Cina. Tra quelle più note ci sono Btcc, la più grande del paese asiatico, con sede a Shanghai e Huobi e OkCoin, che hanno la sede principale a Pechino. L'ascesa del valore del Bitcoin registrata negli ultimi anni è quindi legato soprattutto all'aumento della domanda in Cina, dove gli investitori li comprano per eludere i nuovi limiti ai movimenti di capitali all'estero. La banca centrale cinese, preoccupata della forte volatilità del Bitcoin, ha recentemente lanciato un'indagine sulle piattaforme cinesi di trading, che ha fatto scendere solo temporaneamente il valore della valuta.
I pagamenti in Bitcoin, come tutti i pagamenti digitalizzati, avvengono spesso su soluzioni basate sul blockchain, una tecnologia che consente il passaggio sicuro di informazioni da un punto ad un altro di una rete di computer. Molti considerano il blockchain il futuro delle transazioni finanziarie dei singoli nonché, insieme alla firma elettronica, alle soluzioni per difendersi da attacchi informatici e alle nuove tecnologie di contabilità.
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