L’avventura di 18App stenta a decollare. Lo dicono i numeri e le difficoltà che i diciottenni stanno incontrando per ottenere il bonus, di 500 euro, messo a disposizione dal governo. Un bonus da spendere interamente in “cultura”. In questi mesi i giornali hanno raccolto diverse testimonianze dirette che parlano di “scarsa offerta” e “ostacoli burocratici”. Più o meno ironiche, più o meno concrete.
Accettare o rifiutare
Vice Italia, ad esempio, ha fatto un’indagine tra i giovani catanesi intervistando posizioni opposte: quella di chi, come Giuliana, dopo molte peripezie, è riuscita a ottenere il bonus e a spenderlo in libri e concerti; e quella di chi, come Fernando, ha deciso di rifiutare l’offerta del governo. “In un sistema in cui le scuole e la parte del welfare dedicata all'istruzione vengono costantemente depredate a livello economico. Onestamente non mi sembrava la cosa più sensata, questa del bonus” dice.
Le 3 principali difficoltà
Anche Matteo Adragna, studente emiliano, ha bocciato 18app. Entrando nel merito, in un’intervista alla Gazzetta di Reggio, ha identificato i tre grandi problemi di cui si sono lamentati i suoi coetanei
- Comunicazione insufficiente dell’iniziativa: “Abbiamo appreso con forte ritardo la possibilità di ricevere questo bonus perché i mass media non hanno adeguatamente divulgato questa iniziativa, e quando ciò è avvenuto, è stato fatto in modo superficiale e poco chiaro".
- Linguaggio poco chiaro e non adatto: "Già dalla fase di creazione dell'identità online (Id) si riscontrano le prime difficoltà perché i siti sono poco chiari e non sono abbordabili per essere compilati da tutti i ragazzi. Per essere più chiaro il 99% dei miei conoscenti si è bloccato a questo passaggio".
- La registrazione dell’account: "Superata la fase della creazione dell'Id, le ulteriori difficoltà si riscontrano nella registrazione a “18 App” per i motivi più svariati: a partire da chi non sa se 18App sia un'applicazione o un sito mobile, per arrivare fino a chi tra le varie password fornite non sa quali debbano essere inserite"
La vendita online del bonus
Alcuni diciottenni hanno deciso invece di barattare e scambiare il loro bonus con delle ricariche Postepay o Paypal. Il meccanismo è stato spiegato da Gennaro, su Repubblica Bari, città che è stata tra le prime a denunciare la pratica: «Il meccanismo è semplicissimo. Tu scegli i titoli su Amazon, dividi per due il prezzo, mi fai la ricarica sulla carta e, arrivato l'accredito, ti faccio l'ordine: tempo due o tre giorni, e il libro è a casa». Altro che musei, mostre, concerti o libri.
Il gruppo di aiuto
Ma su Facebook è nata anche una risposta concreta a questa pratica. Alcuni diciottenni hanno deciso di creare un gruppo per aiutare i propri coetanei ad ottenere il bonus e a spenderlo nel migliore dei modi. Con un’articolata netiquette sul comportamento da adottare e un’ampia gamma di risposte alle domande più comuni. Una buona pratica nata dal basso e che, con i suoi oltre 11mila membri, si sta largamente diffondendo in tutto il Paese.