Roma - Il primo venerdì 13 del 2017, è un giorno un po' inquietante per un appuntamento delicatissimo: quello con il rating emesso da Dbrs. L'agenzia canadese è la sola delle quattro prese in considerazione dalla Bce ad aver mantenuto un rating "A", anche se basso per il debito pubblico dell'Italia.
In caso di downgrade la Bce potrebbe essere costretta a raddoppiare l'haircut sul valore dei titoli dati in garanzia dalle banche sui prestiti ricevuti.
L'haircut è il valore di mercato che viene sottratto a un asset quando è usato come a garanzia sui prestiti. In generale i titoli del debito pubblico hanno un haircut abbastanza basso essendo considerati più sicuri dei titoli azionari.
Che cosa è Dbrs
E' un'agenzia di rating del credito (CRA), la quarta più grande del mondo, con una quota di mercato globale del 2,5%. Fondata nel 1976 (originariamente conosciuta come Dominion di Bond Rating Service) a Toronto da Walter Schroeder, che vendette la società a un consorzio guidato da The Carlyle Group e Warburg Pincus nel dicembre 2014, ha uffici a New York, Chicago e Londra. Daniel Curry è il ceo dell'agenzia. Dbrsè registrata alla United States Securities and Exchange Commission (SEC), e alla Securities and Markets Authority europea (ESMA). E una delle quattro agenzie di rating, insieme a concorrenti più grandi come Standard & Poors, Moody e Fitch, a essere riconosciuta dalla Banca centrale europea (BCE) determinare i requisiti di garanzia per il prestito.
La Bce calcola la rischiosità di un asset in base al rating più alto assegnato dalle 4 principale agenzie che, nel caso del'Italia, è quello di Dbrs. Le banche italiane hanno almeno 400 miliardi di euro di titoli di stato in pancia, il cui valore come collaterale da usare per ricevere liquidità dalla Bce potrebbe scendere in caso di downgrade.
Allo stesso modo, una revisione al ribasso del rating ha un impatto sulla quantità di titoli di Stato acquistabili direttamente dalla Banca centrale europea nell'ambito del piano di immissione di liquidità sui mercati.