Roma - Le famiglie italiane sono tra le meno indebitate dell’area Ocse. Con un indebitamento pari al 76,4% del reddito disponibile sono lontanissime dalle percentuali stellari di danesi (292,3%) e olandesi (273%). Ma non si tratta necessariamente di una buona notizia e Nicola Borri, economista della Luiss, spiega perché.
Con chi sono indebitate le famiglie?
Il rapporto Osce si riferisce alle banche e principalmente, anche se non esclusivamente, ai debiti contatti per acquisti di abitazioni, ossia i mutui, che rappresentano il principale investimento di una famiglia
Cosa spiega questa differenza?
Bisogna considerare due componenti essenziali: una più storica, legata al fatto che l’Italia è un Paese con un tasso di risparmi molto elevato per cui le famiglie hanno a disposizione le risorse per poter comprare l’abitazione o gestire spese impreviste con un minore ricorso al prestito. In buona sostanza si può comprare casa o affrontare un’emergenza rompendo il salvadanaio piuttosto che chiedendo un prestito. Il secondo meccanismo, che è negativo, è legato a una minore sofisticazione dei mercati finanziari. In Italia è tuttora molto difficile prendere a prestito (bisogna avere buone garanzie, un contratto di lavoro abbastanza stabile e la percentuale mutuabile nell’acquisto di un immobile è più bassa che altrove). In Nord Europa e in Gran Bretagna i mercati finanziari sono più sviluppati ed è più facile prendere a prestito perché le persone hanno lavori più stabili e il sistema giudiziario è più snello (se non pago il mutuo, la banca riesce a prendersi la casa in tempi brevi)
E’ una buona o una cattiva notizia per l’economia?
Da un lato è un dato negativo perché segnala che in Italia è difficile l’accesso al credito e il credito è il volano dell’economia. Le banche danno meno soldi alle famiglie e questo significa meno consumi, meno investimenti e meno crescita. Dall’altro lato è bene tenere a mente che livelli di debito troppo elevati possono essere destabilizzanti. La storia insegna che quando i livelli di debito aumentano molto e il debito è utilizzato nel settore immobiliare, si finisce per affrontare crisi legate allo scoppio delle bolle speculative, come successo negli Usa o in Spagna.
L’alto indebitamento porta necessariamente a una crisi?
In Olanda, Svezia e Norvegia il prezzo delle case ha raggiunto valori molto, molto elevati e per comprare bisogna prendere a prestito molti soldi. Ma si tratta di una piccola percentuale dell’economia europea. Quello che deve preoccupare è che in generale la situazione delle famiglie italiane è molto difficile, la disoccupazione rappresenta una grave minaccia e i risparmi delle famiglie vengono progressivamente erosi dalle spese piuttosto che dagli investimenti.
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