Siena - Il Monte dei Paschi di Siena mette a posto un altro tassello nel complesso percorso per il salvataggio dell'istituto. L'assemblea straordinaria degli azionisti, al termine di una riunione fiume durata oltre nove ore, ha approvato con il voto favorevole del 96,13% dei presenti l'aumento di capitale fino a un massimo di 5 miliardi di euro. Un aumento che "non ha precedenti" e che "rappresenta un passaggio fondamentale per permettere alla banca di riposizionarsi tra gli istituti leader in Italia", ha affermato l'amministratore delegato Marco Morelli. L'aumento è uno dei tre pilastri, insieme alla conversione dei bond e alla cessione dei crediti in sofferenza, del piano varato per la messa in sicurezza dell'istituto, un piano che, ha detto ancora il top manager, "credo possa andare in porto" e che permetterà alla banca di "tornare a svolgere un ruolo importante nel Paese". "Io ci metto la faccia e spero che continuino tutti a mettercela", ha aggiunto Morelli con il pensiero rivolto all'adesione all'aumento da parte degli azioni. Si punta a lanciare l'operazione subito dopo la conversione dei bond ("tra il 7 e l'8 dicembre"), in modo da chiudere l'aumento prima di Natale, anche se sono arrivati, durante la stessa assemblea, i primi distinguo.
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La Fondazione Mps, che si è presentata alla riunione con una partecipazione ridotta ormai al lumicino (0,7%), aspetterà il referendum del 4 dicembre per sciogliere le proprie riserve. E su questo punto Morelli non ci sta, tanto da dire chiaro e tondo che il progetto studiato per mettere in sicurezza la banca "è sganciato da fattori esterni e dal referendum" stesso. L'ad ha voluto rivendicare il fatto che il 'suo' piano, studiato da Jp Morgan e Mediobanca, deve essere valutato "in funzione dei suoi aspetti, sia positivi sia negativi, e della sua complessità", se poi "si fanno valutazioni sul referendum e dell'impatto del suo esito sulla banca non ci riguarda".
L'aumento, e le altre gambe del progetto, servono a scongiurare i presagi più foschi sul futuro della banca più antica del mondo, a partire dal bail in che, ha proseguito Morelli, "è un'ipotesi che non abbiamo considerato", anche se, nelle risposte per iscritto alle domande pervenute dai soci prima dell'assemblea, Mps ha previsto che "il contributo in caso di risoluzione del Monte dei Paschi al ripianamento delle perdite e alla ricapitalizzazione da parte dei detentori di passività soggette a bail in, prima che il contributo del fondo di risoluzione possa essere disposto, è stimabile in 13 miliardi di euro", mentre "il valore teorico massimo del contributo al fondo di risoluzione è stimabile in 8 miliardi". Gli azionisti, nella sessione straordinaria, hanno approvato anche la riduzione del capitale sociale a copertura delle perdite pregresse e il raggruppamento delle azioni con un rapporto di 1 a 100.
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Falsai nuovo presidente, Morelli ad
Nella parte ordinaria, si è proceduto invece a nominare lo stesso Morelli amministratore, a far entrare nel cda Massimo Egidi e a eleggere Alessandro Falciai nuovo presidente dell'istituto al posto di Massimo Tononi. "Le mie dimissioni non sono legate a perplessita' sul piano" di rafforzamento patrimoniale o "a contrasti con Morelli", ha chiarito Tononi che ha colto l'occasione per fare "un grande in bocca al lupo all'amico Alessandro". In Borsa il titolo Mps ha accolto l'approvazione dell'aumento di capitale con un balzo del 3,32% a quota 0,2301 euro, lontano comunque dai massimi di seduta, dando però ragione a Morelli che nel corso dell'assemblea si era detto convinto che "recentemente la volatilità delle azioni è stata determinata dall'incertezza del processo di ricapitalizzazione e dalle notizie che lo accompagnano: noi quello che possiamo dire e' che andiamo avanti, e più andiamo avanti piu' si ridurra' l'incertezza".
Iniziato iter per 600 esuberi e chiusura 175 filiali
Proprio nel giorno dell'assemblea si è aperta la procedura prevista dal contratto nazionale per il confronto tra sindacati e azienda sull'implementazione del piano industriale approvato dalla banca lo scorso 24 ottobre. Il primo incontro tra le parti, ha spiegato a margine dell'assemblea Antonio Damiani della Fisac Cgil, è in calendario domani e si focalizzerà sull'attivazione del "fondo di solidarietà" per gli esuberi previsti dal piano (2.900 a fronte di 300 assunzioni), con "i primi 600 esuberi che lasceranno la banca entro aprile". L'amministratore delegato Marco Morelli, ha sottolineato il sindacalista, ha "confermato il requisito della volontarietà per individuare le uscite". Con l'avvio del confronto, inoltre, è stata "ribadita che non ci sarà nessuna esternalizzazione", che verranno chiuse due aree territoriali su 8 (il Sud verrà accorpato tutto su Napoli e la Toscana - attualmente suddivisa in due zone - si ridurrà a un'unica entità), mentre, ha concluso Damiani, inizierà il dibattito sulla chiusura della prima tranche di 175 sportelli (entro gennaio) su un totale di 500 filiali che dovranno essere chiuse nell'arco del piano.
Aggiornato alle 21:30 del 24 novembre