Francoforte - Dopo la Yellen, anche Draghi lancia un avvertimento a Donald Trump. Intervenendo in un convegno a Francoforte, il presidente della Bce ha sostenuto che la ripresa va supportata da un forte e "ben regolato" settore bancario, perché "una delle principali cause della crisi finanziaria globale è stata l'eccessiva deregolamentazione nel settore finanziario nei precedenti due decenni". Per questo, spiega Draghi, la "ri-regolazione del settore finanziario è di fatto parte dell'agenda per la crescita", e "maggiori progressi vano realizzati nel reindirizzare gli errori dell'era pre-crisi".
Draghi risponde così ai venti di deregolamentazione finanziaria che provengono da Washington dopo la vittoria di Trump, a cui ieri aveva replicato, con toni decisamente più duri, Janet Yellen. Il numero della Fed ha condensato la sua 'sfida' a Trump in tre punti, sostenendo che il rialzo dei tassi Usa va fatto "gradualmente" e "relativamente in fretta", che lei non intende mollare fino al termine del suo mandato e che non si devono fare "passi indietro" sulla legge Dodd-Frank, la riforma del settore finanziario voluta da Barack Obama dopo la crisi del 2008, che Trump ha detto di voler rivedere.
Stoccatina al nuovo presidente Usa
A Francoforte Draghi ha anche messo in evidenza che la ripresa europea resta condizionata alla continuazione del Qe e che la politica di sostegno monetario della Bce è fondamentale per la crescita e la risalita dell'inflazione. Draghi, da Francoforte, ha quindi dato la sua 'stoccatina' a Trump sulle deregulation eccessive, ma soprattutto ha guardato all'Europa, premettendo che, "dopo la crisi finanziaria globale, il 2016 è il primo anno pieno in cui il Pil dell'area euro è salito sopra i livelli pre-crisi" e che l'economia dell'Eurozona "è ora in ripresa, a un passo moderato ma stabile".
La ripresa resta dipendente dal sostegno Bce
Detto questo, Draghi ha subito alzato la guardia, ricordando che "anche se il trend è incoraggiante, la ripresa resta fortemente dipendente da un insieme di condizioni finanziarie che, a turno, dipendono dalla continuazione del sostegno monetario". Per cui la Bce "continuerà ad agire, usando tutti gli strumenti disponibili, nell'ambito del suo mandato, per assicurare una sostenuta convergenza dell'inflazione verso o vicino al livello del 2%". "Occorre riconoscere che operiamo condizionati da un significativo grado di incertezza", ha detto Draghi, aggiungendo che "far diventare più solida la ripresa e accelerare le dinamiche dell'inflazione per farla diventare più auto-sostenibile non dipende soltanto dalle attuali posizioni di politica monetaria, ma anche da altre politiche, come abbiamo più volte ribadito. Ripristinare il senso di una direzione di marcia - e dunque la fiducia - sarebbe il modo più semplice e quello più potente per rilasciare gli stimoli".
Regole fondamentali per superare
In sintesi, Draghi, in vista della riunione di Francoforte dell'8 dicembre, avverte l'Europa che Qe, regolamentazione delle banche e politiche volte a ripristinare un senso di fiducia, restano fondamentali per superare le difficoltà attuali. Sulle prospettive economiche, spiega Draghi, pesano "soprattutto i rischi geopolitici" e poi la "redditività delle banche, la relativa debolezza delle dinamiche di inflazione" e il fatto che la ripresa "dipende da una politica monetaria accomodante".
Per approfondire:
- Il testo integrale del discorso di Draghi: https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2016/html/sp161118.en.html
- Bce, il sito: https://www.ecb.europa.eu/ecb/html/index.it.html
- Mario Draghi: https://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/decisions/html/cvdraghi.it.html
- Npl, cosa sono: http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/non-performing-loans137.htm
- Eurozona: http://europa.eu/european-union/about-eu/money/euro_it