Roma - Gli indicatori di mercato "registrano un aumento della volatilità attesa sulle azioni italiane nella prima settimana di dicembre, in corrispondenza con il referendum sulla riforma costituzionale". Lo quanto afferma Bankitalia nel Rapporto sulla Stabilità. Palazzo Koch ha sottolineato inoltre l'aumento dell'attività sui derivati sul debito sovrano italiano.
Ciclo macrofinanziario resta debole
In Italia "il ciclo macrofinanziario resta debole, anche in prospettiva", ovvero i volumi di credito rimangono inferiori alla media di lungo periodo, ma la risposta del sistema finanziario a una ripresa sia pur debole è stata "sostanzialmente positiva". Il credito al settore privato sta infatti beneficiando della "moderata ripresa economica" solo "molto gradualmente" e, secondo le proiezioni di Palazzo Koch, "il rapporto tra credito bancario e prodotto resterebbe al di sotto del suo trend di lungo periodo anche per i prossimi due anni".
Solidi i bilanci delle famiglie, boom di mutui
Nonostante le tensioni sui mercati abbiano ridotto il valore della loro ricchezza finanziaria netta, le famiglie italiane mantengono dei bilanci solidi grazie a un livello di indebitamento che rimane contenuto anche in virtù dei bassi tassi di interesse e della crescita del reddito disponibile. I debiti degli italiani, pur in lieve aumento nel primo semestre, restano molto bassi nel confronto internazionale. Tale aumento dell'indebitamento appare poi in gran parte legato alla crescita della domanda di mutui immobiliari, che nei primi nove mesi dell'anno hanno toccato 29 miliardi di euro, il massimo dal 2011. Da sottolineare come circa il 60% dei mutui sia costituito da finanziamenti a tasso fisso per almeno dieci anni, segno di come l'aumento della domanda di mutui sia legato anche alla convenienza degli attuali tassi di interesse, dal cui aumento futuro le famiglie intendono tutelarsi. è cresciuto "in maniera marcata", aggiunge Bankitalia, anche il credito al consumo. "La quota di famiglie finanziariamente vulnerabili", aggiunge Bankitalia, "è scesa e dovrebbe rimanere contenuta nel 2017, anche in uno scenario controfattuale sfavorevole di riduzione del reddito disponibile e di aumento dei tassi".
Crediti diseguali per le imprese
La situazione finanziaria delle imprese italiane è in miglioramento ma i flussi di credito verso di esse hanno un andamento assai diseguale a seconda delle aziende, privilegiando quelle che hanno terminato i processi di consolidamento del debito e chiedono quindi capitali per effettuare investimenti. è quanto emerge dal Rapporto sulla Stabilità di Bankitalia, che sottolinea come nei 12 mesi al giugno 2016 l'incidenza degli oneri finanziari sul margine operativo lordo sia scesa del 15,5% al minimo da 10 anni e come da, un sondaggio congiunturale condotto in autunno, la quota di aziende che prevede di chiudere l'anno in utile sia cresciuta del 5%. Testimoniano la riduzione della vulnerabilità delle imprese italiane anche l'aumento della redditività, le disponibilità liquide che "hanno raggiunto livelli storicamente elevati". La leva finanziaria, si legge nel rapporto, è scesa dal 52,6% al 47% tra il 2012 e il 2015. L'andamento del credito rimane però "fortemente differenziato" e "molto eterogeneo, in ragione soprattutto della solidità dei bilanci delle imprese". Da sottolineare come "aumentino le emissioni di obbligazioni delle piccole e medie imprese", segno di come anche in Italia si stia sviluppando un mercato dei capitali, per quanto le banche rimangano il canale di finanziamento favorito dalle aziende.
Cresce la qualità dei prestiti
Migliora la qualità del credito bancario in Italia, grazie a un tasso di deterioramento dei prestiti "che è sceso ai livelli più bassi dal 2008 e dovrebbe continuare a contrarsi l'anno prossimo con il proseguimento della crescita dell'economia. è il quadro dipinto dal Rapporto sulla Stabilità di Bankitalia, che sottolinea come non siano diminuiti solo i flussi di crediti deteriorati (scesi al 2,6% dei crediti totali al giugno 2016 dal 3,3% di fine 2015) ma abbiano iniziato a scendere anche le consistenze nette, il che è "un'inversione di tendenza significativa". "Nei primi nove mesi dell'anno le banche italiane hanno ceduto e cancellato dai bilanci circa 6 miliardi di crediti lordi in sofferenza, a fronte di poco più di 1,7 miliardi nello stesso periodo del 2015", si legge nel rapporto, "alcuni grandi intermediari hanno successivamente completato o stanno concludendo operazioni di cessione per importi rilevanti; con queste operazioni, la cui conclusione è prevista per l'anno in corso, il valore delle sofferenze cedute nell'arco dell'intero 2016 supererebbe quello del 2015, pari a circa 8 miliardi".
Banche ancora esposte a choc
Le banche italiane rimangono "nel complesso esposte agli shock di origine interna o internazionale", non solo quelli legati alla crescita o ai mercati ma anche alle possibili conseguenze di "diverse iniziative regolamentari in corso di completamento a livello internazionale" che costituiscono fonte di incertezza". è quanto si legge nel Rapporto sulla Stabilità di Bankitalia, la quale auspica che nell'attuare tali iniziative "si tenga conto, oltre che dei benefici attesi, dei costi di breve periodo". Il riferimento è al pacchetto di norme internazionali di Basilea 4, che chiederanno un ulteriore aumento dei cuscinetti di capitale, e al calcolo del 'Mrel', ovvero "il requisito minimo di fondi propri e altre passività soggette a bail-in che una banca deve mantenere in caso di risoluzione", ovvero le risorse che dovranno assicurare che, in caso di smantellamento, "una banca disponga di risorse patrimoniali e di passività in grado di assorbire le perdite e di ricostituire il capitale". In particolare, le regole di Basilea 4, avrebbero un impatto negativo diretta sulla redditività, che rimane il tallone d'Achille delle banche, tanto italiane quanto europee, anche alla luce dell'attuale contesto di tassi bassi.