di Giorgia Ariosto
Roma - L'evasione fiscale costa allo Stato 17,6 miliardi di euro l'anno. In totale, nel periodo che va dal 2010 al 2014, sono 88,1 miliardi: oltre tre volte l'entità della manovra (27 miliardi) varata ieri dal governo. La stima complessiva del gap Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap è contenuta nella relazione sull'evasione fiscale e sull'economia sommersa predisposta dalla Commissione presieduta da Enrico Giovannini e composta dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali. "Dei 88,1 miliardi di euro, 12,4 sono ascrivibili alla componente dovuta a omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazioni". In sostanza il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e dell'imposta ammonta a 75,7 miliardi di euro. La relazione considera il 'tax gap' come il divario tra le imposte effettivamente versate e le imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare. +
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Nel dettaglio, se si analizza il 'gap' per tipologia di tributo si osserva che l'ammontare maggiore è ascrivibile all'Iva che fa registrare un valore pari a 39,5 miliardi di euro. Nel complesso, in media, per gli anni 2012 e 2013 il gap è pari a 108,7 miliardi di euro, di cui 98,3 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,4 miliardi di mancate entrate contributive. Dal 2012 al 2013 l'incremento delle mancate entrate tributarie risulta pari a 2,5 miliardi di euro, mentre la dinamica del gap riguardante le entrate contributive registra una leggera flessione (circa 280 milioni di euro). Solo per gli anni d'imposta 2012 e 2013 viene misurato il tax gap per tutte le principali imposte considerate e risulta pari in media a 98,3 miliardi di euro annui. Nel dettaglio, il tax gap Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap ammonta a 89,8 miliardi di euro nella media del periodo 2012-2013.
A questa stima occorre aggiungere i circa 3,9 miliardi di euro dell'Irpef per il lavoro dipendente irregolare e i circa 4,6 miliardi di euro dell'Imu per gli immobili diversi dall'abitazione principale. In media risulta un ammontare di entrate contributive evase pari a 10,4 miliardi di euro, di cui 8 miliardi circa a carico dei datori di lavoro e 2,4 miliardi a carico dei lavoratori dipendenti.
Nella relazione si analizza anche la media della propensione al 'gap', che negli anni 2010-2014 è risultata pari al 34,2%, di cui 29,4% ascrivibile all'occultamento di base e imposta e il 4,8% dovuta ai mancati versamenti ed errori.
Le verifiche dell'Inps sull'esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato consentiranno risparmi di spesa per circa 500 milioni di euro nel triennio 2016-2018 contribuendo, di fatto, alla riduzione del debito pubblico. Dai controlli sui datori di lavoro che hanno effettuato nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato nel corso del 2015 "si prevede di accertare un importo pari a circa 90 milioni: contributi che in maniera fraudolente non hanno versato per le attività lavorative nel 2015".
Oltre a recuperare la contribuzione non versata le aziende non potranno usufruire di esoneri contributivi quantificabili in circa 498 milioni. Tali risparmi di spesa costituiscono, di fatto, il contributo alla riduzione del debito pubblico del Sistema Paese". (AGI)