Bruxelles - "La flessibilità per l'Italia significa poter spendere 19 miliardi di euro in piu'" rispetto a quanto dovrebbe. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, intervenendo alla sessione plenaria del comitato economico e sociale europeo (Cese). Nel ricordare che "questa Commissione ha aggiunto molti elementi di flessibilità al patto di stabilità" e crescita, Juncker ha ribadito che "l'Italia e' il Paese che ne ha beneficiato piu' di tutti". Senza la flessibilità "l'Italia avrebbe dovuto spendere 19 miliardi di meno".
"Non e' vero" che la Commissione europea "ha trasformato in patto di flessibilità il patto di stabilità e crescita", ma è vero che "abbiamo introdotto elementi di flessibilità: le regole non sono stupide", ha sottolineato Juncker. E ha aggiunto: "le cifre dimostrano che la situazione di bilancio e' migliore rispetto agli anni scorsi e che il patto funziona" e ha ricordato la riduzione del deficit e l'aumento dell'occupazione.
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Migranti, Italia salva milioni di vite al giorno
Sul fronte della crisi dei migranti, invece, il presidente della Commissione europea elogia la Penisola: "ammiro molto l'Italia e la Grecia" per quanto fanno per gestire il fenomeno dei richiedenti asilo - ha detto - "sull'immigrazione l'Italia fa meglio della Grecia perche' salva migliaia di vite al giorno". Le navi messe a disposizione dai paesi Ue, ha ricordato Juncker (che ha aggiunto con una battuta che solo il suo paese, Lussemburgo, non ne ha, giustificandolo perché e' lontano dal mare) "salvano i naufraghi e li trasportano tutti in Italia, lasciando agli italiani il compito di accoglierli, nutrirli e sistemarli. Credo invece che la ripartizione dei rifugiati si debba fare in modo solidale. Ci sono paesi che lo fanno, mentre altri dicono che essendo paesi cristiani non vogliono i musulmani. E' un ragionamento inaccettabile: prima vengono le persone, poi le religioni, non il contrario. Dobbiamo accogliere sul nostro territorio tutti quelli che fuggono dalla guerra, a prescindere dalla loro religione". Quindi, passando dall'emergenza alla questione della gestione dei flussi, Juncker si è detto convinto che l'Europa debba investire in Africa, altrimenti "l'Africa verrà in Europa". Raccogliendo le sollecitazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che nei giorni scorsi si era lamentato dell'assenza di uno specifico riferimento all'Africa nelle conclusioni del vertice di Bratislava, Juncker ha ricordato che in Libia ci sono "centinaia di migliaia di rifugiati che aspettano di attraversare il Mediterraneo: non possiamo limitarci a fare la carità o scrivere poesie su questo, dobbiamo agire. Abbiamo per questo proposto di estendere all'Africa il piano Juncker di investimenti, con l'obiettivo di avere 88 milioni di investimenti". L'Africa, ha aggiunto, "e' un continente molto nobile e ricco, e' la culla dell'umanità. Gli africani non hanno bisogno della nostra carità, ma hanno bisogno di investimenti". (AGI)