Roma - Alla vigilia dell'incontro tra Governo e sindacati che definira' gli interventi presenti nella manovra finanziaria in tema di pensioni, il presidente dell'Inps, Tito Boeri rilancia la sua proposta di equita' del sistema: "Il problema vero che noi abbiamo oggi in Italia e' quello dell'equita' e non quello della sostenibilita' finanziaria del nostro sistema pensionistico. Ci sono delle persone che oggi hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificate alla luce dei contributi che hanno versato in passato. Abbiamo concesso per tanti anni questo trattamento privilegiato a queste persone". in un'intervista concessa a Presadiretta per l'inchiesta "Ingiusta pensione" che andra' in onda domani alle 21.10 su Rai3, Boeri si chiede: "Per chi ha degli importi molto elevati di prestazioni, non e' il caso di chiedere loro un contributo che potrebbe in qualche modo rendere, alleggerire i conti previdenziali? Ci permetterebbe di fare qualche operazione di redistribuzione, per esempio andare ad aiutare quelle persone che sono in quella fascia di eta' prima delle pensione che sono in condizione di poverta', oppure potremmo concedere maggiore flessibilita' in uscita verso il sistema pensionistico. Ecco sono tutte operazioni che si possono fare in questo ambito. Legare contributi e prestazioni, questo e' il vero problema di fondo".
Boeri puntualizza: "L'Inps eroga delle prestazioni per conto dello Stato. Quindi fin quando lo Stato italiano non dovesse fallire, poniamo pure che l'Inps fallisse, e non fallira' vi assicuro, pero' ci sara' sempre lo Stato italiano". Boeri parla delle difficolta' economiche dell'istituto previdenziale che chiudera' in perdita per il quinto anno consecutivo con un buco patrimoniale di 56 miliardi di euro previsto per il 2023. "Se c'e' qualcosa di cui le persone si devono preoccupare - prosegue Boeri - non sono i conti dell'Inps ma sono i conti dello Stato italiano, il debito pubblico". Il presidente dell'Inps si sofferma pure su un nuovo modo di attuare controlli per stanare gli evasori dei contributi previdenziali e i truffatori che, ad esempio, usano falsi lavoratori per rubare all'istituto: "Abbiamo scoperto solo nel 2015, 30.000 posizioni di questo tipo - riferisce Boeri - viene fuori una cifra di 150 milioni di prestazioni che noi avremmo erogato indebitamente, quindi insomma sprecando delle risorse pubbliche". Con il nuovo sistema di vigilanza le truffe vengono "scoperte in tempo reale" evitando di erogare risorse ai truffatori di professione, un sistema di controllo che prima dell'arrivo di Boeri "non veniva fatto in modo sistematico". Dalla vigilanza documentale arriva anche la prima mappa dei furbetti che sono concentrati in alcune regioni: " la Campania innanzitutto, poi l'Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, tre quarti del fenomeno e' in queste quattro regioni". E sugli incentivi del Jobs Act tutto e' flato liscio? Non proprio: "abbiamo scoperto - prosegue Boeri - che ci sono delle aziende che hanno licenziato e poi riassunto il lavoratore con dei contratti a tempo indeterminato, hanno fatto domanda per l'esonero contributivo. In questi casi noi abbiamo stimato di esser riusciti a recuperare circa 600 milioni di euro".
"L'anticipo pensionistico e' per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale. Quindi vale per gli autonomi, per le partite Iva della gestione separata, vale per artigiani, commercianti". Lo precisa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, intervistato da Presadiretta (Rai3), domani in onda alle 21.10 con l'inchiesta di Danilo Procaccianti "Ingiusta Pensione" alla vigilia dell'ultimo tavolo di confronto tra Governo e sindacati "Non si rischia niente, non ci sono garanzie che richiede l'APE. Non si rischia l'auto, non si rischia l'immobile, gli eredi non rischiano di vedere qualcosa che ricade sulla pensione di riversibilita' perche' tutto sara' coperto da un'assicurazione", spiega Nannicini, che prosegue: "Gli interessi e l'assicurazione saranno pagati da chi richiede l'APE - prosegue Nannicini - non ci sono rischi reali, ma ci sono costi finanziari. Poi ci sara' una platea importante di agevolati che riceveranno un bonus fiscale e questo coprira' non solo gli interessi e l'assicurazione, ma anche il capitale anticipato se sei particolarmente meritevole di tutela, in condizioni di bisogno e hai un reddito basso".
Quanto costera' anticipare di 3 anni la propria pensione per un lavoratore che avrebbe 1000 euro di pensione? Alla domanda risponde il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, intervistato da Presadiretta (Rai3) in onda domani sera: "Se un pensionato ha 1000 euro al mese ed e' meritevole di tutela e' disoccupato senza ammortizzatori sociali, fa lavori rischiosi, pesanti, faticosi, e' in condizioni soggettive di bisogno perche' magari ha a casa un disabile da assistere, in tutti questi casi il costo e' zero. Per chi lavora, un anno di anticipo gli costera' una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni mentre tre anni di anticipo costeranno dai 150 a 200 euro al mese". Il prestito sara' erogato da una banca che poi lo girera' all'Inps. Secondo Nannicini, coinvolgere il sistema bancario era l'unica strada percorribile perche' "altre strade costavano tra 7 e 10 miliardi". Il sottosegretario conferma he nella manovra finanziaria ci saranno altri interventi in tema di pensioni oltre all'Ape: "Ci sara' un intervento anche sui redditi da pensione. In particolare sui redditi da pensioni basse. Parliamo dei redditi da pensione sotto i 1000 euro. Ci sara' un aiuto agganciandosi prevedibilmente all'istituto della 14esima, ci sara' un bonus che e' legato ai contributi versati, si arriva fino a 400 euro". Infine Nannicini chiude la porta alla proposta del presidente dell'Inps, Tito Boeri, di sacrifici per chi riceve una pensione molto piu' di quanto ha versato: "Questo tipo di ricalcoli non sono semplicissimi richiedono molte ipotesi e molti dati. E devi stare molto attento perche' non si riesce a fare con il bisturi del chirurgo questa distinzione un po' intellettualistica. Proprio perche' e' difficile fare queste ipotesi, avere i dati necessari per farlo, rischi di fare danni. Rischi davvero di tagliare pensioni alte ma meritate, oppure di toccare pensioni che sono generose rispetto ai contributi versati ma sono basse. Il rischio di mettere le mani nelle tasche sbagliate e' troppo grosso. Abbiamo deciso di fermarci". (AGI)