Bratislava - I tempi "stanno cambiando" e le grandi multinazionali Usa che finora hanno goduto di trattamenti fiscali di favore in alcuni paesi europei, come Apple in Irlanda, dovranno adeguarsi a versare le giuste tasse agli erari del vecchio continente. Lo ha dichiarato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, in conferenza stampa al termine dell'Ecofin di Bratislava. "Le compagnie multinazionali hanno il dovere di pagare le tasse in modo giusto e credo che dobbiamo lavorare tutti insieme per assicurarci che sia cosi'", ha affermato Dijsselbloem, che e' anche il ministro delle Finanze olandese, "il mio messaggio a queste aziende e' che stanno combattendo la battaglia sbagliata. Dovete superarlo, i tempi stanno cambiando e dovete pagare le vostre tasse in maniera giusta. Parte di esse saranno negli Usa, parte in Europa. Quindi preparatevi a farlo".
La richiesta ad Apple di versare 13 miliardi di tasse arretrate all'Irlanda, che faceva pagare a Cupertino un'imposta sugli utili pari allo 0,005% considerata da Bruxelles aiuto di Stato, e' stata uno degli argomenti al centro dei colloqui tra i ministri intervenuti a Bratislava. Il rappresentante di Dublino, Michael Noonan, ha ribadito l'intenzione di ricorrere alla Corte di Giustizia Ue contro l'ingiunzione, che priverebbe l'Irlanda dello status di paradiso fiscale di fatto che ha attratto nella verde isola i colossi della Silicon Valley, ansiosi di eludere il fisco grazie a triangolazioni contabili come il famigerato 'double irish with dutch sandwich'.
A rendere ancora piu' delicata la questione sono i 45 miliardi di euro prestati all'Irlanda dagli altri paesi europei ai tempi della crisi bancaria che scosse l'ex tigre celtica, che oggi sta di fatto rifiutando un assegno da 13 miliardi messo a disposizione dai suoi stessi creditori. Noonan ha espresso nondimeno la speranza di poter fare fronte comune con altri paesi membri finiti nel mirino di Bruxelles per le eccessive agevolazioni fiscali offerte alle multinazionali, nello specifico Olanda, Belgio e Lussemburgo.Se Dijsselbloem non potra' certo portare avanti a uso interno una posizione diversa da quella espressa come leader dell'Eurogruppo, il suo collega lussemburghese, Pierre Gramegna, ha espresso critiche contro l'orientamento "retroattivo" di tali iniziative comunitarie ma ha espresso fiducia nella giustizia e non ha fatto sapere se intende ricorrere a Strasburgo come l'Irlanda. I ministri delle Finanze di Austria e Spagna, intanto, hanno annunciato che indagheranno su eventuali pendenze di Apple nei confronti dei loro erari e, nel caso, chiederanno il saldo del dovuto. La Francia ha invece fatto sapere che si asterra' da iniziative simili. (AGI)