Roma - La Bce lascia i tassi invariati a zero e annuncia che saranno bassi a lungo. Non solo il 'Quantitative easing' sara' esteso oltre marzo se serve. Il presidente dell'Eurotower, Mario Draghi, spiega che il direttivo di oggi non ha discusso un'estensione della scadenza o dell'ammontare del piano di 'Qe', che procedera' al ritmo di 80 miliardi di euro al mese fino al marzo 2017, ma ha incaricato un comitato di studiare eventuali strade per estendere, se necessario, gli stimoli monetari. Come previsto, il tasso di rifinanziamento conti pronto termine e' rimasto al minimo storico dello 0%. Invariati anche il tasso sui depositi, al -0,4%, e il tasso marginale, allo 0,25%.
Il direttivo della Bce "continua a prevedere che i tassi restino ai livelli attuali, o piu' bassi, per un periodo esteso di tempo" e ben "oltre l'orizzonte" del 'quantitative easing', si legge nel comunicato diffuso dall'Eurotower. Il direttivo della Bce e' "conscio che i tassi di interesse negativi avranno conseguenze problematiche per le banche" ma "bisogna essere pazienti, devono restare bassi perche' la ripresa prosegua, cosi' alla fine avranno un effetto positivo anche per i bilanci della banca". Draghi, spiega che "finora non si sono registrati effetti negativi sui bilanci delle banche" e avvertendo che i tassi negativi "non possono diventare una giustificazione per qualsiasi cosa non vada nel mondo bancario". Parlando della crescita Draghi sottolinea che nel complesso, i dati macroeconomici hanno dimostrato che l'economia europea ha mostrato "resistenza alla persistente incertezza economica e politica" ma viene confermato "lo scenario di base" nel quale "i rischi continuano a essere orientati al ribasso".
La ripresa dell'economia europea, aggiunge il numero uno della Bce, proseguira' "a un ritmo moderato ma stabile" e "l'inflazione risalira' gradualmente nei prossimi mesi". A frenare la crescita sono "la domanda estera sotto tono", "l'incertezza legata al referendum sull'uscita del Regno Unito dalla Ue", "i necessari aggiustamenti di bilancio" e "la lenta applicazione delle riforme strutturali". L'Eurotower rivede leggermente al rialzo le stime sulla crescita nell'Eurozona, che per il 2016 passano all'1,7% dall'1,6% previsto in precedenza. Al contrario, l'incremento del Pil previsto per il 2017 e il 2018 passa da un +1,7% a un +1,6%. Invariate le previsioni sull'inflazione (0,2% nel 2016, 1,2% nel 2017 e 2% nel medio termine).
"Occorre mantenere un ammontare significativo di accomodamento monetario per riportare l'inflazione a livelli prossimi ma inferiori al 2%", prosegue. "La nostra politica monetaria continua a sostenere le condizioni di finanziamento" e Francoforte e' "concentrata sulla stabilita' di medio termine, con un accomodamento monetario che sostiene l'attivita' di economia". "Continueremo a utilizzare ogni strumento a nostra disposizione nell'ambito del nostro mandato", dice ancora.
Poi Draghi striglia i governi: riforme strutturali "sono necessarie in tutti i paesi dell'area euro per aumentare la produttivita'". "Altre aree della politica devono contribuire sia a livello nazionale che internazionale per ridurre la disoccupazione strutturale e aumentare la crescita potenziale", afferma il presidente che poi ripete l'invito a effettuare investimenti pubblici nelle infrastrutture, soprattutto in virtu' degli effetti benefici sull'occupazione. (AGI)