Roma - Il rallentamento del Pil nel secondo trimestre stimato oggi dall'Istat "non costituisce una sorpresa" ed è dovuto a un rallentamento dell'economia globale già noto. Cois' il ministero dell'Economia commenta i dati diffusi dall'Istituto di Statistica. "I segnali di un rallentamento globale dell'economia si andavano accumulando già da tempo. - si legge sul sito del Mef - Negli ultimi mesi sono emersi o si sono rafforzati fattori di rischio geopolitico che hanno un impatto negativo sulla crescita Italiana (tra questi minaccia del terrorismo, crisi dei migranti, Brexit). La propensione al protezionismo che sembra riemergere in alcuni contesti preoccupa i policy makers di tutto il mondo. In una riunione del G7 in maggio il FMI aveva segnalato un preoccupante rallentamento degli scambi internazionali e avevo messo in guardia da una riduzione generalizzata del commercio mondiale". "Gli effetti di questi fenomeni sulle prospettive di crescita dell'Italia - spiega ill Mef - erano noti da tempo, quindi il dato di oggi non costituisce una sorpresa. Diverse fonti di Governo, compreso il Ministro dell'Economia e delle Finanze, avevano già segnalato che le stime di crescita formulate ad aprile con il DEF sarebbero state messe in discussione da questo nuovo scenario, e numerosi previsori (dal FMI all'OCSE) hanno già rivisto al ribasso le stime della crescita mondiale".
Il ministero sottolinea come altri dati come occupazione e andamento dei servizi forniscono indicazioni confortanti per i trimestri successivi. La strategia del governo inoltre continua sulle riforme per la competitività e sulla riduzione delle tasse e accelera sul fronte degli investimenti come dimostrano le ultime decisioni del Cipe. "Fin dall'inizio della propria attività - prosegue il Mef - il Governo ha agito per restituire competitività al sistema produttivo attraverso la riduzione della pressione fiscale. Una combinazione di misure a favore delle imprese e delle famiglie ha ridotto il cuneo fiscale e promosso la ripresa dei consumi.La strategia di recupero della competitività e della capacità produttiva del sistema-paese continua con il mix di strumenti che ha consentito di invertire la tendenza al declino e ripristinare la crescita: riforme strutturali che migliorano la funzionalità del paese a tutti i livelli, riduzione della pressione fiscale e semplificazione del sistema tributario, investimenti per recuperare competitività e potenziale produttivo". In questa fase il Governo "si sta concentrando proprio sugli investimenti. Già nel 2015 abbiamo registrato una inversione di tendenza: dopo anni di declino, gli investimenti fissi lordi hanno registrato una ripresa rispetto all'anno precedente. Occorre insistere su questo fronte.Questo orientamento si concretizza tanto sul fronte dei nuovi stanziamenti quanto sul piano dell'attuazione. Le decisioni del Cipe di mercoledì scorso combinano nuovi stanziamenti di ingenti risorse con metodi di utilizzo delle stesse che hanno lo scopo di accelerare appalti e cantieri, con effetti positivi sul reddito e sull'occupazione". Nonostante "la crescita sia più fragile del previsto, - sottolinea il ministero - i conti pubblici sono sotto controllo, come evidenziato dall'andamento del fabbisogno del settore statale. A fine settembre il Governo presenterà nella nota di aggiornamento al Def il nuovo quadro macroeconomico con le previsioni aggiornate sull'andamento dell'economia e in combinazione con i dati della contabilità nazionale sarà possibile valutare i target per il rapporto deficit/PIL e debito/Pil". Per quanto riguarda il debito, infine, "in particolare, la privatizzazione di Enav ha ottenuto un buon risultato nonostante il clima generale dei mercati e il piano di cessione di una ulteriore quota di azioni di Poste italiane fornirà un contributo utile ad avvicinare gli obiettivi fissati ad aprile". (AGI)