San Francisco - E' ufficiale la cessione a Verizon per 4,8 miliardi di dollari delle attività 'core' di Yahoo, ovvero i servizi internet come Yahoo Mail e Yahoo Finanza. L'operatore di telecomunicazioni statunitense intenderebbe fondere questi ultimi con Aol, acquistata lo scorso anno. Verizon, considerata la favorita sin dall'inizio della trattativa, intende espandersi nel mercato della pubblicità su internet per differenziare il suo modello di business, per ora incentrato sulla telefonia mobile, mercato dove gli spazi per espandersi sono oramai ristretti.
Finisce quindi la storia di Yahoo come compagnia indipendente. L'ad di Verizon, Lowell McAdam, ha spiegato che le attività verranno integrate con quelle di Alo per creare "una grande compagnia mediatica globale" e "contribuire all'accelerazione del nostro flusso di ricavi nella pubblicità digitale".
L'acquisizione, che verrà completata all'inizio del 2017, esclude quindi diversi brevetti e le quote in Alibaba e in Yahoo Japan, che resteranno alla 'vecchia' Yahoo, la quale cambierà nome e diventerà una società di investimento dopo la transazione.
"Yahoo è una compagnia che ha cambiato il mondo e continuerà a farlo attraverso questa integrazione con Verizon e Aol", ha commentato invece l'ad di Yahoo, Marissa Mayer, la quale ha definito lo scorporo "un passo importante del nostro piano per liberare valore per gli azionisti di Yahoo".
Mayer era giunta nel 2012 al timone di una compagnia nel tentativo di rilanciare un'ex stella della Silicon Valley ormai decaduta e impotente di fronte all'irresistibile ascesa di Google e Facebook. Negli ultimi anni, nonostante la partnership con Apple, il motore di ricerca Yahoo, in origine tra i fiori all'occhiello dell'azienda, aveva subito l'umiliazione di farsi superare dal Bing di Microsoft. A mettere in crisi Yahoo erano state le difficoltà nel rendere redditizia la propria presenza online, ancor oggi non trascurabile. Secondo la società di ricerca eMarketer, quest'anno la quota di Yahoo nel mercato della pubblicità digitale scenderà all'1,5%, contro il 12% di Facebook e il 30% di Yahoo.
(AGI)