Bruxelles - "Il governo italiano sta lavorando per predisporre, e in parte già lo ha fatto, strumenti precauzionali che, come dice la parola, saranno usati solo se necessario". Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan prima dell'inizio dell'Eurogruppo, dove il tema delle banche italiane non è all'ordine del giorno. Il ministro si è detto "molto stupito" dai titoli apparsi oggi sui giornali italiani. "Le banche italiane ed europee - ha detto a Bruxelles - non sono all'ordine del giorno di Eurogruppo ed Ecofin".
Sono lontani i tempi nei quali la crisi greca era il dossier principale sul tavolo dell'Eurogruppo. Più che preoccupare per le sue conseguenze economiche tout-court (ancora difficili da stimare), il voto referendario a favore dell'uscita del Regno Unito dalla Ue ha fatto esplodere numerose problematiche ora non più aggirabili, tanto di carattere politico, come il crescente consenso dei partiti euroscettici, che di stampo economico, come le vulnerabilità strutturali del sistema bancario.
L'avversione al rischio degli investitori, nei turbolenti giorni successivi alla Brexit, ha colpito soprattutto le banche italiane, oberate dall'accumulo di sofferenze, Mps in particolare. Mentre mancano poco più di due settimane ai risultati degli stress test sulle banche europee, per l'Italia è una lotta contro il tempo per risolvere il problema dei 'non performing loans' che attanagliano la banca senese. Nei giorni scorsi il governo era sembrato pronto ad agire unilateralmente con aiuti statali, nonostante le attuali norme europee li vietino in favore del 'bail-in', ovvero il salvataggio a carico degli investitori. Un 'bail-in' di MontePaschi rischierebbe però di gettare sul lastrico migliaia tra i piccoli risparmiatori che, da soli, detengono obbligazioni subordinate di Mps per 5 miliardi di euro. Roma spera dunque che nelle eccezioni consentite in caso di "grave perturbazione per l'economia di uno Stato membro" e "rischio per la stabilita finanziaria".
Una buona notizia è che, alla vigilia del vertice, il governo italiano ha incassato la solidarietà dell'esecutivo francese. Stamane il ministro delle Finanze transalpino, Michel Sapin, ha asserito che "è nostro dovere mostrare solidarietà all'Italia". Mostrando una faccia più morbida dell'Europa da contrapporre all'austerità tedesca, Sapin è intervenuto anche sull'altra grande questione che sarà sul tavolo dell'Eurogruppo oggi e dell'Ecofin domani: infliggere o meno sanzioni economiche a Spagna e Portogallo per l'aver sforato gli obiettivi di abbassamento del deficit concordati. Il primo ministro portoghese, Antonio Costa, ha colto appieno il carattere politico della questione avvertendo, in una missiva alla Commissione (che mercoledì prossimo stabilirà l'entità delle multe, se approvate), che una mano dura di Bruxelles non avrebbe altro risultato che dare ulteriore impeto alle forze centrifughe che squassano la Ue. Lisbona, ha affermato oggi Sapin, "ha fatto sforzi enormi e non merita una disciplina eccessiva". Quanto al bail-in, non è improbabile che anche Berlino si mostri aperta al dialogo. La settimana scorsa è scoppiato il caso della Landesbank di Brema, che rischia il fallimento senza aiuti pubblici. E a chiedere un piano da 150 miliardi per stabilizzare il settore è stato, ieri, proprio il capo economista di Deutsche Bank. (AGI)