Roma - Le regole europee che impediscono di soccorrere una banca in crisi con il denaro pubblico, e alimentano tensioni tra Roma e Berlino, sono diventate anche un problema della Germania. Il governatore del Landen della Bassa Sassonia, il socialdemocratico Stephen Weil, di fronte alla crisi della Landesbank di Brema, ha dovuto constatare, riporta il sito di Handesblatt, l'impossibilita' di "ricorrere alla maniera classica, ovvero un aumento di capitale finanziato da entrambi gli azionisti", come suggerito dal sindaco di Brema e collega di partito Carsten Sielin, che e' inoltre presidente del Bundesrat. "Faremo ogni sforzo per salvare la banca", ha promesso comunque Weil.
La Landesbank di Brema, nei guai per la forte esposizione al settore navale (oggi in crisi per il rallentamento del commercio mondiale), e' infatti controllata al 55% dalla Nord Landesbank della Bassa Sassonia e al 45% dallo stato di Brema, una piccola enclave della Bassa Sassonia che, regole comunitarie o no, avrebbe comunque qualche difficolta' a mettere insieme i fondi necessari, date le piccole dimensioni. Di recente, l'istituto ha infatti comunicato una svalutazione da 400 milioni di euro sui prestiti al settore navale. Questo genere di prestiti, scrive il quotidiano tedesco, "hanno messo la Bremer Landesbank in pericolo". "La banca non puo' sopravvivere senza l'aiuto del governo ma un'iniezione di capitale diretta sembra ora improbabile", aggiunge l'Handesblatt. Una soluzione potrebbe essere un assorbimento da parte della capogruppo Nord Lb, che pero' soffre di problemi analoghi, avendo emesso un profit warning lo scorso maggio dopo aver accantonato altri 435 milioni di euro per coprire eventuali perdite, anch'esse legate ai prestiti al settore navale. E, se da Berlino arrivassero delle deroghe sugli aiuti pubblici, non sarebbe piu' possibile negarle a Roma. (AGI)