Roma - Mps perde in borsa il 14% e i bancari vanno di nuovo a picco, mandando Piazza Affari sotto dell'1,74%, dopo una lettera-ultimatum inviata dalla Bce al Montepaschi. Nella missiva, giunta a Siena prima del referendum sulla Brexit, l'istituto di Francoforte chiede a Mps di smaltire almeno 10 miliardi di euro degli oltre 27 miliardi di sofferenze, attraverso un piano triennale, che riporti a livello fisiologico la percentuale di crediti deteriorati della banca senese. Mps conferma la lettera che rappresenta una "bozza di decisione" alla quale seguiranno contro-deduzioni delle banca. In sostanza, si conferma comunque la richiesta della Bce di un piano triennale e di un taglio di circa 10 miliardi di crediti deteriorati.
Intanto il governo cerca di capire quale spazio ci sia per iniettare nuove risorse nel veicolo costituito ad hoc per garantire alle banche gli aumenti di capitale più complicati e assicurare al sistema capitali aggiuntivi per smaltire i crediti deteriorati. Il Financial Times sostiene che Matteo Renzi sarebbe pronto a fare uno strappo con Bruxelles e ad andare avanti anche da solo per rafforzare il sisteme bancario italiano. Ma da Palazzo Chigi arriva una pronta smentita a questa ricostruzione. "è noto - si legge in una nota della Presidenza del Consiglio - che Renzi prediliga le soluzioni di mercato, nel rispetto delle regole vigenti in Europa". La risposta dei mercati però non si fa attendere ed è una nuova risposta negativa per le banche italiane.
Anche dall'Ocse arriva un allarme. "Ci sono rischi per la crescita italiana legati al sistema bancario". è quanto ha affermato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, interpellato a margine della presentazione 'Agricultural outlook' 2016-2025 realizzato da Ocse e Fao. In Italia, ha spiegato Gurria, si sta rafforzando il sistema bancario a causa degli alti livelli di non performing loans e questo si deve fare, Brexit o non Brexit". "L'incertezza provocata dalla Brexit - ha spiegato Gurria - rende più difficile affrontare le problematiche del mondo finanziario perché c'è un impatto politico molto forte, ma quello che si stava facendo in Italia si deve continuare a fare e si deve completare". Secondo Gurria, è necessario agire "in maniera efficiente e rapida" sul piano della "regolamentazione, della capitalizzazione e della supervisione".
Quanto all'impatto della Brexit, e ad una possibile revisione delle stime di crescita dell'Italia, il segretario generale dell'Ocse ha spiegato: "Abbiamo un grado di incertezza molto serio, molto dipenderà da cosa decideranno gli inglesi riguardo alla leadership politica sia del partito conservatore che del partito laburista, ma se la Brexit passa avrà un impatto sulla crescita della regione che noi abbiamo già conteggiato, le nostre previsioni sono pubbliche. Diciamo che l'Italia - ha concluso - sarebbe nella media". (AGI)