Roma - Che la trattativa per il Ttip, (Transatlantic Trade and Investment Partnership), l'accordo di libero scambio che gli Usa stanno trattando con la Commissione Europea, fosse in salita era già evidente da tempo. E gli irrigidimenti arrivano in gran parte dalla nostra parte dell'Atlantico, soprattutto per il timore che vengano ammorbiditi i duri standard comunitari su sicurezza sanitaria, alimentare e ambientale.
Pochi giorni fa era arrivato da Parigi il secco monito del premier Manuel Valls, dettosi pronto a far saltare il banco in mancanza di garanzie adeguate su quei fronti. E mesi fa le associazioni imprenditoriali tedesche avevano attaccato la segretezza che caratterizza i negoziati, segretezza tale che, essendo il dialogo portato avanti a livello comunitario, i governi e i parlamenti nazionali non hanno spesso la minima idea di cosa contengano le carte. Se il presidente Usa, Barack Obama, continua a dirsi ottimista, lo stato delle trattative sarebbe però ancora più precario di quanto ci si aspettasse, a giudicare dai documenti confidenziali rivelati da Greenpeace durante un'inizativa a Berlino e rilanciati da numerose testate, dal 'Guardian' a 'Le Monde'. Dalle carte emerge che su alcuni punti le divergenze tra Washington e Bruxelles restano "inconciliabili".
A causa del no europeo agli esperimenti sugli animali in quest'ambito, "le discussioni sui cosmetici rimangono molto difficili e il raggio degli obiettivi comuni piuttosto ristretto", si legge in una nota interna redatta dai negozi, "l'approccio dell'Europa e quello degli Usa rimangono inconciliabili e resteranno quindi problemi per l'accesso al mercato Ue". Un altro punto dolente e il comparto ingegneristico, dove il dialogo "è caratterizzato da una costante riluttanza degli statunitensi nell'impegnarsi".
A preoccupare è poi un altro documento che la Commissione Europea avrebbe preparato per riferire al Parlamento Europeo del tredicesimo tavolo sul Ttip, tenutosi a New York la scorsa settimana. Se le controproposte di Bruxelles non sono al momento chiare, quelle di Washington, come ha commentato il Sueddeutsche Zeitung, "mostrano che le paure degli oppositori non sono infondate". Anzi, "mostrano che la realtà dei negoziati è peggio delle loro fosche previsioni".
I documenti confermerebbero infatti che gli Usa domandano alla Ue di informare le loro industrie in forma preventiva di ogni iniziativa legislativa che possa toccare i loro interessi. Non solo, i legislatori europei non dovranno più consultarsi solo con le aziende del vecchio continente ma anche con quelle americane prima di emettere provvedimenti che le possano riguardare. Il risultato sarebbe una pesante ingerenza degli Stati Uniti nel processo legislativo comunitario, ingerenza che apsserebbe anche, scrive la testata britannica, "per una pletora di gruppi di lavoro e commissioni".
Il contenuto delle carte giustificherebbe anche i timori di chi è contrario all'ingresso degli Ogm sul mercato europeo, in quanto Washington starebbe comunque puntando su "una presenza di basso livello". Quanto alle dispute sui pesticidi e la sicurezza alimentare, verrebbero risolte dalla Fao, accusata dalle associazioni ambientaliste non solo di avere standard troppo laschi ma di lasciarsi influenzare troppo da colossi come Basf, Nestlé e Coca Cola, ai cui rappresentanti è concesso di sedere nelle delegazioni nazionali e, a volte, di guidarle addirittura. Washington pretenderebbe inoltre che Bruxelles consulti esperti Usa per lo sviluppo degli standard elettrotecnici. Il progetto di Obama di sottoscrivere il Ttip prima del termine del suo mandato appare, pertanto, piuttosto in salita.
La Commissione europea ammette che è difficile concludere i negoziati entro il termine del mandato presidenziale di Barack Obama (novembre), ma il commissario Ue per il Commercio, minimizza i leaks, definendoli "una tempesta in un bicchiere d'acqua". In una reazione ufficiale affidata al suo blog, Malmstrom sostiene che "è normale che entrambe le parti impegnate in una trattativa vogliano raggiungere il più possibile su molti dei loro obiettivi, ma questo non significa che l'altra parte cede a queste esigenze". Il commissario Ue garantisce che "laddove siamo troppo distanti nei negoziati, semplicemente non ci sarà L'accordo". I documenti resi pubblici, a detta di Malmstrom, non fanno che confermare le difficoltà del negoziati, su cui un accordo non si porterà a casa a tutti i costi. "Nessun accordo commerciali abbasserà il nostro livello di tutela dei consumatori, o di sicurezza alimentare, o dell'ambiente", scrive ancora Malmstrom. "Gli accordi commerciali non cambieranno le nostre leggi in materia di Ogm", aggiunge. La Commissione Ue, fiduciosa su una chiusura dei negoziati con l'amministrazione Obama, cercherà di "andare il più avanti possibile", ma un accordo non è visto a portata di mano. (AGI)