Rho - Nicola Rossi è il nuovo presidente del consiglio di sorveglianza della Banca popolare di Milano e promette di traghettare con "responsabilità, attenzione e collaborazione" l'istituto alla fusione con il Banco Popolare, prevista negli ultimi mesi dell'anno. Il candidato proposto da soci dipendenti e pensionati ha raccolto, dopo quasi sette ore di assemblea, quasi il 70% dei 4.894 voti complessivi, battendo di misura lo storico presidente del comitato soci non dipendenti Piero Lonardi. L'appuntamento di oggi ha segnato il debutto in platea di Raffaele Mincione, primo azionista dell'istituto con il 4,873% del capitale e destinato a far sentire il suo peso quando il principio del voto capitario (una testa, un voto) lascerà spazio alle regole della spa. Il finanziere, da cinque anni azionista 'silenziosò della banca, ha promosso senza entusiasmo le nozze Bpm-Banco ("Nel mare delle opzioni, è la meno peggio", ha detto) ma ha assicurato che resterà socio anche post-fusione.
Nel padiglione 2 della fiera di Rho, che ha ospitato poco più di 2 mila soci con altrettante deleghe, Mincione si è trattenuto per diverse ore, ha seguito i lavori dalla prima fila e incontrato dipendenti e rappresentanti dei lavoratori oltre che il consigliere delegato, Giuseppe Castagna. "Più volte ho detto che le battaglie si fanno con i soldati o con le proposte che uno ha", ha detto in una pausa dell'assemblea, tornando sulla fusione con Verona e preannunciando la sua presenza anche all'appuntamento di fine anno per la fusione. "Se ci fosse mai stato un discorso con Credit Agricole e Cariparma - ha aggiunto - avrei preferito. Ma è anche una questione di coraggio. La cosa migliore sarebbe stata fare subito la spa e poi vedere chi alzava la mano per ballare con 'la bella del ballò. Ma la contendibilità probabilmente non è una cosa che può piacere a tutti: capisco e mi adeguo".
Per intanto, il fondo Athena entra nel consiglio di sorveglianza con due rappresentanti, presentati oggi ai soci dallo stesso Mincione. "è entrato in questa banca nel 2011, in un momento drammatico, ed è rimasto in tutti questi anni senza mai chiedere niente. Nella spa avrà un ruolo importante e mi fa piacere che abbia detto che vede questo tipo di fusione meglio delle altre", ha notato Castagna. Nel frattempo, ha spiegato, i lavori sull'asse Milano-Verona "procedono speditamente" e le scadenze saranno rispettate, a cominciare dal piano congiunto "a metà maggio". Contro la fusione si è espresso in assemblea il presidente uscente, Piero Giarda, denunciando i sindacati che lo avevano sostenuto nel 2013, la mancata collaborazione con il consiglio di gestione e un peso forse "eccessivo" del governo. "La banca nascente non ha le caratteristiche di coppia dell'anno, entrambe le banche hanno bassa redditività presente e prospettica e una ha rischi di credito più alti dell'altra", ha detto, ventilando un'ipotesi di distruzione patrimoniale fino a 3,2 miliardi di euro per Verona prima di salutare con un "sic transit gloria mundi".
"Sono cifre che non conosco e che non so da dove provengono, credo siano frutto di una ricerca personale che riguarda più l'ambito di cattedratico", ha replicato Castagna. Nel nuovo consiglio di sorveglianza di Bpm sono confermati i vice presidenti Mauro Paoloni e Marcello Priori; gli altri componenti tratti dalla lista di maggioranza sono Alberto Balestreri, Angelo Busani, Maria Luisa Mosconi, Carlo Bellavite Pellegrini, Paola Galbiati, Manuela Soffientini, Daniela Venanzi ed Emanuele Cusa per la lista di maggioranza; si soci non dipendenti vanno quattro consiglieri (Lonardi, Roberto Fusilli, Mariella Piantoni e Mara Barbara Bergamaschi), Mincione sarà rappresentato da Massimo Catizone (a.d. di Athena capital) ed Ezio Simonelli, mentre per la fondazione Cassa di risparmio di Alessandria è confermato Carlo Frascarolo. (AGI)