Roma - Ieri il petrolio è tornato a crescere e le borse europee aprono in forte rialzo. Pesa anche la chiusura di Tokyo che sale del 2,84% sulla scia dei buoni dati sull'export cinese a marzo. Londra cresce dello 0,91% a 6.299,21 punti. A Milano l'indice Ftse Mib sale dell'1,55% a quota 17.722. Francoforte avanza del'1,43% a 9.901,13 punti e Parigi guadagna l'1,41% a 4.407,03 punti. Dopo il rally di ieri, oggi il prezzo del greggio arretra in apertura, legato alle voci di un possibile accordo tra Russia e Arabia Saudita in vista dell'incontro di Doha. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti frenano di 53 cent a 41,64 dollari e quelli sul Brent cedono di 43 cent a 44,26 dollari.
Il ministro dell'Energia russo Aleksandr Novak ha confermato di aver avuto colloqui con il ministro del Petrolio saudita Ali al-Naimi e senza aggiungere particolari sul contenuto dell'incontro si è limitato a dire che un accordo sul congelamento della produzione è possibile anche senza la partecipazione dell'Iran. "Non voglio commentare ora in modo prematuro quello che verrà discusso il 17 aprile (a Doha) - ha detto Novak alla Tass - aspettiamo le consultazioni". Il ministro russo ha confermato di aver avuto ieri colloqui con l'omologo saudita, ma ha avvertito: "Non annuncerò la decisione in anticipo". Anche se il ministro del Petrolio dell'Arabia Saudita ha smorzato le voci dell'intesa per congelare o perfino ridurre la produzione, in vista del vertice: "Dimenticatevi di questo arogomento", ha detto al-Naimi a chi gli chiedeva di commentare.
Ieri, fonti dell'agenzia Interfax avevano parlato di colloqui tra Mosca e Riad in vista del vertice di Doha di domenica tra paesi Opec e non. L'agenzia russa aveva anche rivelato che la Federazione e l'Arabia Saudita hanno raggiunto un accordo sul piano per congelare la produzione di petrolio, al centro del summit in Qatar, anche a prescindere dall'adesione dell'Iran. Pur non fornendo particolari sul contenuto dei colloqui con i sauditi, Novak - che ha parlato da Erevan, dove oggi è previsto un incontro tra i ministri dell'Energia di Armenia, Russia, Georgia e Iran - ha confermato che un accordo è possibile anche senza Teheran. Mosca e Riad sono i maggiori produttori ed esportatori di petrolio. Un accordo tra i due paesi sul congelamento della produzione è tra i fattori chiave del successo del meeting di Doha - scrive la Tass - come anche l'adesione all'accordo da parte dell'Iran, che ha in programma di aumentare gradualmente la sua produzione dopo la revoca delle sanzioni internazionali imposte in relazione al suo programma nucleare.
Intanto Piazza Affari prosegue positiva e a circa due ore dall'avvio delle contrattazioni l'indice Ftse Mib sale del 2,04% a 17.800 punti. All Share +1,87%. Il listino è trascinato principalmente dai bancari. In luce soprattutto Mps che corre e cresce del 5,07% a 0,5490 euro per azione. Sulla stessa scia Bpm +4,91%, Bper +4,76%, Ubi 4,29%, Unicredit +4,49%, Intesa Sanpaolo +3,75%. Reagisce con un +1,69% Telecom Italia, il giorno dopo il cda che ha sancito l'insediamento formale del nuovo a.d. Flavio Cattaneo. In rialzo gli energetici con Eni +2,16%, Enel +0,75%, Saipem +4%. Nel settore auto, Ferrari +2%, Fca +2,42%. Tra gli editoriali, sale ancora Mediaset dopo l'accordo con Vivendi (+3,37%). In ripresa il settore del lusso dopo la giornata negativa d ieri con Salvatore Ferragamo +2,53% e Moncler +1,25%. (AGI)