di Monica Setta
Roma - "Se fossi un investitore, approfitterei di questa fase per scommettere sull'Italia": lo aveva detto poche settimane fa Guidalberto Guidi, patron della Ducati energia, ex vicepresidente della Confindustria, uno degli imprenditori italiani piu' apprezzati all'estero. Ora i dati Istat sembrano dargli ragione, con il Pil in volume del 2015 al +0,8%, mentre la stima provvisoria indicava un +0,7%. "I fattori di instabilita' legati ai mercati restano", ribadisce Guidi, "ma si puo' cominciare a sperare nell'inversione del ciclo". Cautamente ottimisti anche i big del salotto buono confindustriale interpellati da Agi. Secondo Amalia Maggioli, alle spalle l'omonima azienda romagnola leader nella produzione di servizi e prodotti per la Pubblica amministrazione con quasi 900 dipendenti, l'elemento positivo e' che l'Italia, dopo tre anni di calo consecutivo, torna a vedere il segno 'piu'' davanti alla dinamica del Pil. "E' vero che il prodotto interno lordo resta ancora sotto i livelli di inizio millennio", sottolinea Maggioli, "ma dobbiamo anche ricordare che lo scorso anno, inizialmente, il governo aveva posto un obiettivo del +0,7%. Sarebbe sbagliato sottovalutare questa ripresa perche' arriva all'indomani di una crisi profonda che ha cambiato radicalmente il modo di fare impresa di noi imprenditori. Abbiamo imparato a cavalcare le avversita' puntando su una qualita' sempre piu' spinta".
Vede rosa pure Sandro Riello, presidente di Assoclima, erede di un noto brand di condizionatori, per anni al vertice di viale dell'Astronomia. "La ripresa e' moderata nelle quantita' ma nella sostanza e' molto significativa perche' arriva dopo un rallentamento economico globale, con il nuovo tracollo dei prezzi del petrolio e i chiari di luna dei mercati che avevano fatto calare un pessimismo diffuso sulla fase finale dell'anno", spiega Riello ad Agi, "possiamo dire a ragion veduta che si tratta di una ripresa figlia della governabilita' del nostro Paese. L'Italia dimostra giorno dopo giorno di avere un governo del 'fare' e cosi' facendo consolida il rapporto fiduciario con gli investitori interni ed esteri. La strada da percorrere e' segnata ed e' quella giusta". Avanti tutta ma impegnandosi di piu' sulla riduzione della pressione fiscale, dice il costruttore romano Silvano Susi, ex leader dell'associazione di categoria, uno degli imprenditori piu' attivi in Confindustria con Luigi Abete e Aurelio Regina. "Bisogna rimboccarsi le maniche e non dare per scontato nulla", frena gli entusiasmi Susi, "il segnale e' positivo ma siamo ancora all'inizio, la strada e' lunga". Invita alla prudenza anche Nennella Impiglia, imprenditrice marchigiana titolare del marchio di calzature Vicmatie': "L'altro tema essenziale per noi piccole e medie imprese e' appunto la pressione fiscale ancora troppo elevata. Un operaio che prende in busta paga 1.200 euro a noi aziende costa piu' del doppio, per questo fra molte imprese della mia regione e non solo, c'e' la corsa a de-localizzare dove il costo del lavoro e' molto basso. Per un colosso come la Tod's di Diego Della Valle questi dati possono andare bene, ma per noi aziende piccole e medie non bastano". "Abbiamo bisogno di un intervento forte del governo per defiscalizzare gli oneri contributivi e abbassare la pressione fiscale", aggiunge Impiglia, "solo cosi' potremmo rilanciare davvero il nostro amato e prezioso Made in Italy".
E' pero' indubbio, conferma il presidente della Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, che l'Italia sta uscendo dal tunnel, come dimostra il fatto che il governo Monti aveva chiuso con meno 2,3 per cento del Pil, il governo Letta con meno 1,9 mentre Matteo Renzi torna in positivo e migliora le previsioni. "Lo dico da mesi, la ripresa e' vicina", assicura Zuccato, "i segnali sono stati buoni sul fronte dell'export, piano su cui le nostre imprese hanno avuto un ottimo piazzamento mentre adesso ci auguriamo, con i nuovi dati Istat, che i segnali positivi si possano 'scaricare' positivamente anche sul mercato interno". Insomma, l'invito di Guidi a investire e a scommettere sull'Italia e' ora qualcosa di piu' di un auspicio. (AGI)