Londra - Qualcosa inizia a muoversi per un possibile taglio della sovraproduzione di greggio che ha fatto crollare il costo del greggio. Si incontreranno domani a Doha in Qatar si incontreranno i ministri del Petrolio saudita, il potente Ali al-Naimi, con gli omologhi di Russia (Paese non Opec), Alexander Novak e Venezuala, Eurlogio del Pino, il più convinto membro del cartello petrolifero a favore di un taglio della produzione.
E' quanto rivela il Financial Times. Ufficialmente il tema del primo incontro tra i due maggiori produttori di greggio Opec (Riad) e non Opec) Mosca e del Paese con le maggiore riserve di greggio accertate, Caracas, non è noto ma il summit giunge al termine della missione del ministro venezuelano del Pino per unire i due big del greggio. Il solo annuncio dell'incontro a tre ha fatto crescere il corso del petrolio è cresciuto dopo la notizia dell'incontro con il Brent che ha guadagnato il 2% a quota 34 dollari al barile, mentre il Wti americano, è tornato per la prima volta sopra quota 30 dollari.
Ufficialmente Riad non demorde dalla sua posizione di non ridurre l'estrazione di greggio per far fruopi i prodduttori di shale oil Usa, molti sull'orlo della bancarotta, che hanno reso energeticamente indipendente l'America. In ogni caso il solo fatto che al Naimi sia disposto a incontrare gli omologhi russo e venezuelano a Doha rappresenta un possibile cedimento nell'intransigenza saudita che dal 'piccò registrato nel 2015 ha portato il costo del petrolio da 114 a meno di 30 dollari al barile. Il tutto mentre l'Iran, culla dell'Islam sciita e arcinemico della sunnita Riad, sta iniziando a riversare sul mercato non tanto i 500.000 barili al giorno che progressivamente intende estrarre ma intanto ha iniziato con i circa 26 milioni di barili estratti ma stoccati su enorme petroliere in mancanza di acquirenti per le sanzioni sul programma nucleare. (AGI)